Il capo del Pentagono vola a Kiev per rassicurare l'Ucraina che Washington continuerà a sostenere la sua lotta contro l'invasione russa, mentre i presidente di Kiev Volodymyr Zelensky avverte che la guerra «non finirà così rapidamente come vorremmo». Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha portato al leader ucraino il messaggio che «gli Stati Uniti sono con lei, e rimarremo con lei a lungo termine». La visita, che non era stata annunciata per motivi di sicurezza, è stata definita da Zelensky un «segnale molto importante».
«Le discussioni si concentrano sull'ulteriore rafforzamento del partenariato strategico tra Stati Uniti e Ucraina, inclusa la garanzia che le forze armate di Kiev abbiano le capacità sul campo di battaglia di cui hanno bisogno sia per l'inverno sia per difendere il loro Paese da future minacce russe», ha spiegato il Pentagono. Ma soprattutto, l'obiettivo è arginare le preoccupazioni che il supporto del maggiore alleato di Zelensky stia vacillando.
Gli Stati Uniti hanno fornito oltre 40 miliardi di dollari in aiuti per la sicurezza dall'inizio del conflitto e si sono impegnati a sostenere Kiev «per tutto il tempo necessario», ma l'opposizione dei repubblicani in Congresso ha sollevato dubbi sul futuro dell'assistenza americana. «Ciò che accade qui non è importante solo per l'Ucraina, ma è importante per il resto del mondo. E certamente è importante per gli Usa», ha garantito Austin. Mentre Zelensky parlando a Fox News ha promesso che il suo Paese «non si arrenderà» ai russi. «Per qualche ragione, le persone trattano la guerra come un film e si aspettano che non ci siano lunghe pause negli eventi, che ci siano delle sorprese ogni giorno. Ma per noi, per i nostri soldati, questo non è un film - ha proseguito - Queste sono le nostre vite, è un duro lavoro ogni giorno, e tutto non finirà così velocemente come vorremmo, ma non abbiamo il diritto di arrenderci e non lo faremo».
Austin e il segretario di Stato Antony Blinken hanno esortato i membri di Capitol Hill durante un'audizione il mese scorso a portare avanti il sostegno all'Ucraina, ma diversi repubblicani si oppongono ad altri aiuti, e il nuovo pacchetto è stato escluso dall'accordo temporaneo approvato dal Congresso la scorsa settimana per evitare la paralisi del governo. Per ora l'assistenza americana non è stata interrotta e vi sono ancora fondi precedentemente autorizzati a cui attingere, ma la portavoce della Difesa, Sabrina Singh, ha ammesso che le tranche di aiuti «sono diventati più piccole perché abbiamo dovuto dosare il nostro sostegno all'Ucraina».
Peraltro, oltre all'opposizione politica interna, c'è anche il devastante conflitto tra Israele e Hamas - e il conseguente aumento degli attacchi contro le forze statunitensi in Medio Oriente - che sta distogliendo l'attenzione internazionale dall'Ucraina. «Sulla questione se esista una competizione o un compromesso tra il sostegno all'Ucraina e quello a Israele, non esiste», ha assicurato un alto funzionario della difesa.
Intanto, Washington e Kiev terranno una conferenza dell'industria militare nella capitale americana il 6 e 7 dicembre come «parte degli sforzi del governo Usa per aumentare in modo significativo la produzione di armi per sostenere la lotta dell'Ucraina per la libertà e la sicurezza». Kiev sta intensificando gli sforzi per produrre le proprie armi, e spera inoltre che le joint venture con produttori internazionali di armamenti possano aiutare a rilanciare la sua industria nazionale.
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