Zuckerberg fa guerra a Twitter. Ira Musk: "La sua app è falsa"

Meta lancia "Threads" e conquista 30 milioni di utenti in poche ore. Mr Tesla corre ai ripari e attacca: "Ci copia"

Zuckerberg fa guerra a Twitter. Ira Musk: "La sua app è falsa"
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Siamo appena agli inizi, ma la sfida si annuncia epica. Il primo round del match Zuckerberg-Musk per ora ricorda la prima ripresa dell'incontro del 1985 tra Marvin Hagler e Thomas Hearns per il titolo dei Medi: «La più grande nella storia della boxe», è scritto negli annali. Giovedì mattina, in poche ore dal lancio ufficiale (solo negli Usa e in un centinaio di Paesi, esclusa la Ue), Threads, la nuova app di Meta, aveva già raccolto 30 milioni di utenti. E se riuscirà a capitalizzare sulla sua base Instagram, con i suoi due miliardi di utenti attivi al mese, rischia davvero di creare seri problemi al boss di Tesla e SpaceX. La nuova creatura di Mark Zuckerberg, che può contare su risorse finanziarie enormi, non a caso viene malignamente definita dalla stampa liberal Usa, che detesta Musk, la «Twitter killer». Se il social media di Musk ha finito per caratterizzarsi sempre più come un Bar Sport globale, dove tutto o quasi è consentito, in nome della presunta libertà di espressione (e del traffico generato dalle risse dialettiche), Threads si propone come uno spazio di «conversazione pubblica con oltre un miliardo di persone», ha spiegato Zuckerberg in un post sulla sua nuova app. «Twitter ha avuto l'opportunità di farlo, ma non c'è riuscito. Si spera che noi ce la faremo», ha aggiunto il boss di Meta.

La reazione di Musk non si è fatta attendere: «È infinitamente preferibile essere attaccati da sconosciuti su Twitter, che indulgere nella falsa felicità di Instagram, dove si nasconde il dolore». Insomma, per Musk quello di Threads sarebbe un mondo finto, al pari delle foto iperfiltrate delle tante celebrities o aspiranti tali che popolano Instagram (dal quale Musk ha detto di essersi cancellato). La vita (virtuale) «reale» è su Twitter. Controreplica di Zuckerberg, in un post sul suo account Twitter, il primo in 10 anni: l'immagine di due Spiderman identici, che si sfidano. Il primo round, appunto.

I manager e gli ingegneri di Meta, divisione Instagram, hanno iniziato a valutare l'assalto a Twitter circa un anno fa. Poi, proprio dopo l'acquisto del social network da parte di Musk, con le conseguenti modifiche imposte dal miliardario e lo scontento generato tra decine di milioni di utenti, non ultimo il limite di tempo sui contenuti visualizzabili, c'è stata un'accelerazione. «L'idea è quella di costruire uno spazio aperto e amichevole per le comunità», ha spiegato in un'intervista Adam Mosseri, a capo di Instagram. Con una veste grafica e funzioni molto simili a quelle di Twitter (ma non ci sono per ora i messaggi diretti tra utenti), Threads si propone non solo come un'appendice di Instagram, con la possibilità di usare lo stesso alias ed importare i contatti, ma anche viceversa. Chi costruirà da zero la propria rete di contatti o la propria «fan base» su Threads, potrà trasmigrarla sull'app «madre» e possibilmente anche su altre piattaforme, in quello che gli ingegneri di Meta definiscono Fediverse, un universo federato che condivide gli stessi protocolli di comunicazione. Tra gli esperti c'è però chi fa notare che proprio l'approccio di Meta, con le sue pratiche di gestione dati, privacy e feed gestiti dall'algoritmo, che hanno allontanato milioni di utenti da Facebook, potrebbe essere per molti un elemento respingente.

Non è un caso che Threads non sarà per ora disponibile nei 27 Paesi dell'Unione europea, uno dei mercati principali per Meta.

Il nuovo Digital Markets Act, che dovrebbe entrare in vigore nei prossimi mesi, limiterà le modalità con cui i giganti tecnologici condividono i dati tra i loro servizi. I manager di Zuckerberg vogliono prima capire che spazi di manovra avranno con la nuova normativa.

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