da Milano
Bruxelles rimane alla finestra rimandando ogni commento, ma la maxi-fusione tra litaliana Autostrade e la catalana Abertis divide il mondo politico italiano. Il più critico appare il leader dellUnione, Romano Prodi, che non ha esitato a gelare il «salto internazionale» di Autostrade voluto dalla famiglia Benetton.
Severo anche il presidente della Margherita, Francesco Rutelli, il quale pur rimandando il giudizio definitivo a quando il quadro sarà più chiaro ha espresso «dubbi assai severi» sullaggregazione. Una posizione simile a quella del compagno di partito Enrico Letta che già sabato aveva invitato i Benetton a ripensarci sia per evitare laccavallarsi con il passaggio di consegne tra lUnione e la Casa delle libertà, sia perché quello autostradale si configura come un monopolio naturale.
Scorrendo i banchi del Parlamento da sinistra al centrodestra i pareri si differenziano, ma i toni accesi non mancano. A partire dal capogruppo Udc alla Camera, Luca Volontè, che ha definito «strana e allarmante la posizione della Margherita» aggiungendo come Rutelli sia «tifoso per gli stranieri e dirigista verso gli italiani». Duro Luigi Grillo (Forza Italia): la fusione «è in contrasto con le direttive del Parlamento», sostiene «critico» il presidente uscente della commissione Lavori pubblici del Senato. «È unoperazione che non mi convince - incalza Grillo - certamente gli azionisti hanno fatto un robusto affare ma cè da porsi il problema di cosa succederà se, come temo accadrà, il ponte di comando dovesse passare a Barcellona. Autostrade è un gruppo che gestisce un servizio pubblico, invece ancora una volta si privilegiano gli interessi privati». Sempre tra le file di Forza Italia è apparso prudente Maurizio Lupi, così come qualche dubbio sarebbe stato espresso anche dal premier Silvio Berlusconi. Nettamente favorevole, invece lazzurro Pierluigi Borghini visto che la fusione aumenterà la «competitività» delle imprese italiane e porterà vantaggi agli utenti che pagheranno tariffe autostradali più convenienti. Dal mondo sindacale proseguono invece i timori occupazionali. A partire dal segretario generale della Fit Cisl, Claudio Claudiani, che ravvisa unoperazione esclusivamente finanziaria, «che manca di un profilo di investimenti e di un efficace piano industriale». Fino a qui la cronaca di ieri ma per capire il clima che si respira a sinistra appare emblematica lindisponibilità manifestata da Prodi a ricevere gli emissari di Autostrade.
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