Polonia, Corte dei conti contro Unicredit: su Pekao accordi violati

Sul tavolo l’Opa per Bph. Il Nik: aggirato il divieto di acquistare più del 10% di un concorrente

Luca Pace

da Milano

Nuovi ostacoli alla campagna polacca di Unicredit. Ieri è stata la volta della Corte dei conti di Varsavia (Nik) che si è opposta all’Opa obbligatoria di Unicredit su Bph, mentre il premier Kazimierz Marcinkiewicz ha preso tempo su un eventuale incontro con l’amministratore delegato del gruppo bancario italiano Alessandro Profumo. Secondo il Nik, Piazza Cordusio avrebbe violato l’accordo di privatizzazione di banca Pekao (Unicredit) che vieta di acquistare più del 10% di altri istituti di credito concorrenti sul mercato polacco. «Unicredit in Polonia detiene il 70% di Bph», ha sottolineato la Corte dei conti.
Di fatto, dopo le nozze con Hvb, Unicredit si è trovata in dote Bank of Austria che controlla il 71,03% di Bph. Ora, per le leggi sull’Opa obbligatoria, Unicredit è costretta a lanciare un’offerta sul rimanente 28,97% di Bph che ancora non possiede. Uno scenario che in Polonia non è gradito, in particolare al Governo e al mercato. In un documento il ministero delle Finanze di Varsavia ha evidenziato i problemi che potrebbero sorgere dall’integrazione, già progettata, delle due banche polacche, Pekao e Bph, controllate da Unicredit.
La fusione «cambierebbe la struttura del mercato bancario del Paese facendolo dominare da un oligopolio», che controlla il 50-60% del mercato, ha sottolineato il ministero. Di fatto l’operazione toglierebbe la leadership alla statale Bank Polski. Una fusione che secondo il Nasz Dziennik, il quotidiano conservatore vicino al governo, potrebbe «costare la chiusura di 250 sportelli bancari e il licenziamento di circa 6mila persone».
Ma questo è il mercato e la conseguenza di anni di inefficienze nel settore. Tanto che anche l’Antitrust europea è già scesa in campo ribadendo che l’Opa tra Unicredit e Hvb è già stata approvata e chiedendo chiarimenti al governo di Varsavia. Da parte sua il premier Marcinkiewicz ieri ha detto che incontrerà Profumo, non domani come tutti si attendevano, ma solo «tra qualche settimana».
Quanto alle obiezioni della Comissione europea, Marcinkiewicz ha dichiarato che la risposta ufficiale del governo polacco sarà inviata domani. Anche il mercato non sembra applaudire all’operazione. Il prezzo offerto da Unicredit è di 702,11 zloty ogni azione Bph, inferiore del 10% rispetto al valore raggiunto recentemente dal titolo. «Penso che l’adesione sarà nulla», ha commentato Andrzej Powierza, analista di Borsa.

Mentre a Piazza Affari ricordano come l’Opa su Bph costerebbe a Unicredit 1,5 miliardi di euro senza portare grandi profitti: «Gli utili di Bph pesano sui profitti totali del gruppo per circa il 3%: 150 milioni su 5 miliardi di euro».

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