Povertà, aborto, voto Ma al Pirellone si litiga sulle rane

E poi si lamentano se la gente li sente lontani e non li ama. Già, mentre l’Italia si divide per l’ennesima volta sull’aborto, mentre Berlusconi e Veltroni lanciano la campagna elettorale dalle poltroncine di «Porta a porta» lasciando intravedere una specie di Terza Repubblica, mentre a Milano Roberto Mazzotta, presidente della Banca Popolare, annuncia che siamo tornati poveri come nel Dopoguerra, in Regione Lombardia c’è chi litiga per le rane. Sì, parliamo proprio di quegli anfibi apprezzati dai gourmet soprattutto nella versione fritta o in guazzetto.
Il fatto. Alla commissione Ambiente del Pirellone, An presenta un emendamento che consente di prelevare le rane degli allevamenti privati durante tutto l’anno senza alcun rispetto per i mesi della riproduzione. Apriti cielo. Il Verde Monguzzi, e gli va dietro l’opposizione, si inalbera e dice che così le rane diventano a rischio estinzione. E motiva questo suo timore con un retroscena «piccante».
Negli allevamenti privati si intrufolano un sacco di rane, diciamo così selvagge, a caccia di partner sessuali. Evidentemente li trovano (forse le rane d’allevamento avendo vita più facile hanno più tempo da dedicare al sesso?) e così la voce si è diffusa fra i batraci che sempre più numerosi si intrufolano in questi paradisi erotici per anfibi.
E qui scatta il rischio estinzione: quando infatti i proprietari degli allevamenti gettano le reti per catturare un po’ di rane da spedire ai ristoranti non stanno certo a guardare se lì dentro ci sono anche ranocchi in visita di piacere.
E così, zac la frittata (in tutti i sensi) è fatta.

A rischiare, stando sempre ai Verdi, sono soprattutto la Rana Rossa (non è un bel momento per chi indossa questa casacca) e la Rana Lessona che hanno delle difficoltà a spiegare che loro sono protette dalla Ue. L’attore John Barrymore l’aveva capito. Diceva: «Prima o poi lo capiranno anche le rane». Ma al Pirellone non hanno niente di meglio per passare il tempo?

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