Roma - "Berlusconi spieghi alla Camera le sue parole inaccettabili" sulla Consulta. Lo chiede l’opposizione alla Camera, con Dario Franceschini, Massimo Donadi e Pier Ferdinando Casini. Parlando a Bonn al congresso del Ppe, ha detto il capogruppo Pd, da Berlusconi è arrivato "un’altra volta un attacco violento e intollerabile alle altre istituzioni democratiche". Le sue parole hanno provocato "l’immediata reazione del presidente della Camera e parole ferme e chiare del presidente della Repubblica. Non è più accettabile - aggiunge Franceschini - che questi argomenti vengano trattati frettolosamente e con battute, chiediamo formalmente che il presidente del Consiglio venga in aula a ripetere quanto detto e che accetti il confronto parlamentare".
Bersani: "E' un populista" "I popolari europei hanno avuto modo di
constatare che cos’è il rischio di populismo e sono convinto che
se ne preoccupano anche loro perchè il centrodestra in Europa sa
bene che cos’è la Costituzione e che cosa può significare
picconarla e a quali esiti questo possa portare" ha dichiarato il leader del Pd Pier Luigi Bersani, sottolineando che "le
affermazioni gravissime di Berlusconi oggi faranno il giro
d’Europa e drammatizzeranno ancora di più il caso Italia".
Di Pietro: "E' fascismo" Grida al fascismo il leader dell'Idv. Silvio Berlusconi "straccia la carta
costituzionale, da primo rendendo inutile il Parlamento, ridotto
a servizio privato per le leggi ad personam, ora abrogando la
Consulta, ultimo baluardo della Costituzione. Se non è fascismo
questo cosa ci vuole, l’olio di ricino?" ha commentato Antonio Di Pietro.
Buttiglione: "Paese di Pulcinella" Non fa bene all’Italia il trasferire in
ambito europeo le vicende della nostra politica e quelle
personali del presidente del consiglio. Conferma l’immagine
dell’Italia come un Paese di Pulcinella e privo della capacità
di assumere nel contesto europeo il proprio ruolo di grande
nazione che privilegia il bene comune rispetto alle proprie
beghe interne. E continua la tradizione di cercare sostegno
all’estero per i propri interessi particolari, invece di
cercare di rappresentare un Paese unito dedito alla promozione
del proprio interesse nazionale". Il presidente dell’UDC Rocco
Buttiglione da Bonn critica l’intervento del presidente
Berlusconi al congresso del Ppe. "Preoccupa in modo particolare l’attacco a ben tre
Presidenti della Repubblica: saranno anche stati di sinistra ma
hanno impersonato con dedizione l’unità del popolo italiano e
il loro ruolo è da difendere nel massimo rispetto delle
istituzioni.
Preoccupa poi l’annuncio di voler cambiare la Costituzione
per colpire la magistratura. Cosa si vuole fare? Abolire la
Corte Costituzionale? Sottomettere i giudici al potere
politico? Non sarebbe certo una buona scelta. In questo modo il
dialogo sulle riforme non solo non va avanti ma minaccia di non
poter cominciare mai. Non abbiamo bisogno di tutto questo ma
piuttosto di lucidità politica, passione civile e amore per
l’Italia".
Bonaiuti: "Sulla Consulta il premier ha solo ragione" "Il Presidente Berlusconi ha detto
nient’altro che la verità sul funzionamento della Corte
Costituzionale. Invece c’è da chiedersi perchè, quando viene
attaccata un’istituzione votata dalla maggioranza degli italiani come
il Presidente del Consiglio, nessuno esca in sua difesa". Lo dichiara
il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti
Capezzone: "Di Pietro ha divorato il Pd" "Le reazioni scomposte, fuori misura
e improprie del Pd e dello stesso segretario Bersani alle parole
pronunciate da Silvio Berlusconi a Bonn testimoniano un dato di
fatto ormai acclarato: Di Pietro e l’Idv hanno divorato il Pd,
che ora è costretto a mutuare dai dipietristi perfino i toni,
oltre che i contenuti". Lo afferma Daniele Capezzone, portavoce
del Pdl, secondo il quale "il premier ha opportunamente
richiamato l’esigenza di riforme profonde, anche della
giustizia, in linea con quello che accade in tutti i Paesi
dell’Occidente avanzato, inclusi quelli governati dal
centrosinistra". "L’anomalia è la nostra, fino ad oggi - aggiunge - unico
Paese occidentale in cui le carriere di giudici e pm non sono
separate, in cui esiste una inaccettabile irresponsabilità dei
magistrati, in cui c’è un’altrettanto incomprensibile
automaticità delle loro carriere, e così via. Sono queste le
anomalie da sanare. Ed è questo - conclude Capezzone - che
hanno chiesto gli elettori, premiando il programma del Popolo
della Libertà alle ultime elezioni".
Cicchitto: "Pone verità di fondo" "Il Presidente Berlusconi, al congresso del Ppe, ha messo in evidenza quello che è il principale elemento di anomalia della realtà italiana, costituito dalla tendenza di un settore della magistratura a realizzare interventi atipici ed impropri sul piano politico", afferma Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl. "È proprio questa anomalia - aggiunge - a mettere in discussione il valore della sovranità popolare, della conseguente rappresentanza parlamentare eletta e dell’esecutivo espresso come conseguenza. Pertanto non siamo di fronte ad una esercitazione di populismo eversivo, come è stato detto dalla sinistra, ma anzi si tratta della difesa della sovranità popolare e della contestazione di un meccanismo che smonta sistematicamente la legislazione approvata dal Parlamento con il continuo ricorso alla Corte Costituzionale da parte di questo o quel giudice e con decisioni da questa prese, che sono suscettibili di discussione e anche di contestazione in regime di democrazia". «È evidente - continua Cicchitto - che si tratta di materia che richiede una discussione aperta e franca. Il Presidente Berlusconi ha posto problemi di fondo che vanno discussi ma non demonizzati, fermo rimanendo il rispetto per il quadro istituzionale derivante dalla Costituzione. Non si capisce perchè - conclude - è possibile attaccare quotidianamente il premier mentre invece non sarebbe possibile poter discutere sui criteri che ispirano spesso le decisioni delle varie istituzioni dello Stato che vanno rispettate, ma le cui scelte possono essere liberamente discusse".
Giovanardi: "Non condivido il rammarico del Colle" "Il profondo rammarico e preoccupazione espressi dal Capo dello Stato per l’attacco ad un organo Costituzionale sarebbero pienamente condivisibili se altrettanto rammarico e preoccupazione fossero stati espressi nel momento in cui per due volte la Corte Costituzionale ha bocciato leggi approvate dal Parlamento (Lodi Schifani ed Alfano) e quando la scorsa settimana si è consentito che il presidente del Consiglio italiano fosse accusato da un pentito, in mondo visione, di aver venduto il Paese alla mafia", ricorda invece Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla
famiglia. "Ma evidentemente - aggiunge - è diffusa l’opinione che in questo Paese, Parlamento e governo siano organi Costituzionali molto meno importanti di altri, da poter diffamare e dileggiare senza alcuna conseguenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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