Prescrizione e dl sicurezza: i nodi che spaccano il governo

Restano le tensioni nella maggioranza. Immigrazione e giustizia al centro del braccio di ferro tra Lega e Cinque stelle

Prescrizione e dl sicurezza: i nodi che spaccano il governo

Passato lo scoglio manovra e in attesa di capire come verranno declinate le proposte economiche del governo, Lega e Movimento 5 Stelle devono fare i conti con le divergenze in Parlamento su altri due fronti: il decreto sicurezza - considerato troppo "di destra" da alcuni ribelli pentastellati - e la riforma della prescrizione fortemente voluta dal ministro Bonafede e contestata dal Carroccio.

Uno scontro per ora solo a distanza, dal momento che i due vicepremier sono all'estero (Salvini in Ghana e Di Maio in Cina). In attesa di un faccia a faccia risolutivo - previsto per la serata di domani - coi leader dei due partiti di maggioranza, sembra che domani il premier Giuseppe Conte abbia convocato il Guardasigilli Alfonso Bonafede per capire quale strategia attuare.

Sul fronte 5 Stelle la linea non cambia: lo stop alla prescrizione dopo il primo grado "è nel contratto di governo", anche se Conte cercherà di svolgere il ruolo di mediatore tra le due anime dell'esecutivo.

Intanto l'emendamento "incriminato" è stato ritirato e ripresentato sostanzialmente identico. Il sospetto è che una questione tecnica e formale possa aver fatto temere l'inammissibilità nella sua prima formulazione.

Dal canto suo sembra che la Lega abbia messo sul tavolo alcune proposte, tra cui la possibilità di eliminare l'udienza preliminare per alcuni reati per abbattere costi e tempi e l'eventualità per altri reati di allungare i tempi della prescrizione per avere la certezza che i processi non vengano "cancellati".

Nel Carroccio monta però l'irritazione per l'atteggiamento dei pentastellati che intendono riformareil sistema della prescrizione con un emendamento senza passare attraverso un Consiglio dei ministri. Da via Bellerio trovano difficile però che questo possa far saltare il governo. Il rischio - sostengono fonti leghiste - è che i 5 Stelle possano trovare un accordo col Pd.

Inoltre resta da dirimere in Senato la questione del dl sicurezza, su cui pesa il "veto" di quattro senatori grillini (Nugnes, Fattori, De Falco e Mantero). Per sciogliere la questione il governo sembra intenzionato a mettere la fiducia, ma il tema è stato rimandato a domani nella speranza di trovare un accordo. La maggioranza ha preso tempo ma non dovrebbe cambiare posizione. Sta lavorando su un maximendamento in cui potrebbero essere riviste alcune misure non tali tuttavia da intaccare l'impianto della legge.

Ovvero sulla stretta alla protezione umanitaria e sul sistema di accoglienza dei rifugiati richiedenti asilo non si arretra. Per la Lega, in realtà, non è a rischio il via libera. Perché qualora si decidesse di non blindare il testo arriverebbero i voti di Fratelli d'Italia e magari anche di Forza Italia.

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