Riconfermata ma con delle novità l’Ape sociale, l’anticipo pensionistico erogato dall’Inps ai lavoratori richiedenti che abbiano maturato specifici requisiti.
La legge di Bilancio, difatti, è intervenuta sia sui requisiti di spettanza che sul regime di compatibilità tra l’Ape e lo svolgimento di un’attività lavorativa.
Ma cosa cambia? Vediamo meglio.
Ape sociale: cosa è e a chi spetta
Si tratta di un anticipo pensionistico, o meglio, di un’indennità erogata dall’Inps ai lavoratori richiedenti che abbiano svolto determinate mansioni e che si trovino in particolari condizioni tra cui l’aver compiuto almeno 63 anni di età e non essere già titolari di pensione diretta.
Questa indennità è corrisposta sino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia o dei requisiti per la pensione anticipata. Come ricorda il sito dell’Inps, l’Ape è rivolta ai lavoratori dipendenti (pubblici e privati), agli autonomi e ai lavoratori iscritti alla gestione separata che si trovino in determinante condizioni:
- disoccupati che abbiano finito integralmente di percepire, da almeno tre mesi, la prestazione per la disoccupazione loro spettante. Lo stato di disoccupazione deve essere conseguente alla cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell'ambito della procedura obbligatoria di conciliazione prevista per i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo
- persone che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente (genitore, figlio) con handicap grave
- invalidi civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%
- lavoratori dipendenti che svolgono da almeno sei anni in via continuativa un lavoro particolarmente difficoltoso o rischioso all’interno di particolari professioni.
Per poter richiedere l’Ape occorre avere almeno 63 anni di età, o 30 anni di anzianità contributiva (che diventano 36 anni in presenza di particolari condizioni) e non essere titolari di alcuna pensione diretta.
L’importo non può essere superiore a 1.500 euro e non è soggetto a rivalutazione; inoltre l’indennità è compatibile con altra attività solo se relativi redditi non superino gli 8.000 euro annui – se derivanti da lavoro subordinato - o 4.800 euro annui in caso di svolgimento di attività di lavoro autonomo.
Cosa cambia dal 2024
Con l’anno nuovo l’età minima per accedervi aumenta a 63 anni e 5 mesi, con un aumento di 150 giorni, dunque, rispetto alla normativa vigente di 63 anni. A poterne beneficiare saranno i soggetti appartenenti alle categorie già individuate.
Nell'Ape sociale viene di fatto integrata anche Opzione donna, considerando il fatto che le lavoratrici madri rientrano nelle categorie elencate e che il requisito dei
contributi si abbassa di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.Per quanto riguarda il cumulo la prestazione sarà cumulabile solo con redditi da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro annui.
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