Fondo pensione aperto, rendimenti boom. Ecco le istruzioni per l'uso

Nel corso del 2023. I fondi aperti sono quelli che hanno performato meglio: la linea azionaria ha prodotto un rendimento annuo superiore all’11%. Ecco come funzionano

Fondo pensione aperto, rendimenti boom. Ecco le istruzioni per l'uso
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L’annuale relazione dell’autorità di vigilanza sui fondi pensione (Covip) ha ribadito le buone performance ottenute dai fondi nel corso del 2023. I fondi aperti sono quelli che hanno performato meglio: la linea azionaria ha prodotto un rendimento annuo superiore all’11%.

Mentre l’adesione a un fondo chiuso (o negoziale) spetta solo ai lavoratori dipendenti di quello specifico comparto produttivo, tutti possono iscriversi a un fondo pensione aperto. Il fondo pensione aperto è una forma di previdenza complementare privata istituita da banche, imprese di assicurazione, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM). I fondi pensione aperti sono costituiti sotto forma di patrimonio separato e autonomo da quello della società che li ha istituiti e sono destinati al pagamento delle prestazioni agli iscritti. Il patrimonio non può essere utilizzato per soddisfare i diritti vantati da eventuali creditori della società in caso di fallimento di quest’ultima.

ADESIONI E PRESTAZIONI

L’adesione a un fondo pensione aperto significa destinare parte dei risparmi per integrare la pensione di base e ricevere una pensione complementare, anche reversibile (in favore del coniuge o di altri beneficiari da te designati). L’adesione può essere individuale o collettiva.

I lavoratori pubblici possono aderire ai fondi aperti solo su base individuale, così come i lavoratori autonomi e i liberi professionisti.

Si possono iscrivere anche i familiari fiscalmente a carico.

L'adesione può avvenire direttamente presso la sede della società che ha istituito il fondo pensione o per il tramite dei collocatori dalla stessa incaricati e nel caso di adesione collettiva anche presso la tua azienda. E’ possibile anche l’iscrizione via web, se la società istitutrice lo prevede.

Ogni iscritto detiene un conto pensionistico individuale su cui affluiscono i suoi versamenti contributivi, custoditi presso un depositario autorizzato (una banca o un’impresa di investimento) e investite nei mercati finanziari, allo scopo di ottenere rendimenti che nel tempo accrescano il capitale accantonato.

In tal modo si potranno ottenere prestazioni pensionistiche integrative rispetto alla previdenza obbligatoria. L’importo di queste prestazioni dipenderanno da:

  • importo complessivo dei contributi versati

  • durata del periodo di contribuzione

  • costi sostenuti

  • rendimenti ottenuti con l’investimento sui mercati finanziari.

Al momento del pensionamento e, a condizione di avere almeno cinque anni di partecipazione al fondo, l’aderente può ricevere:

  • tutto il capitale accumulato in rendita

  • fino a un massimo del 50% del montante accumulato in un capitale e il restante in rendita;

  • tutta la posizione in capitale, ma solo se il 70% del montante accumulato ti dà una rendita annua inferiore al 50% dell’assegno sociale.

POSSIBILI ANTICIPI E RISCATTI

La pensione complementare può essere reversibile sia al coniuge, sia a un’altra persona indicata. E’ possibile anche prelevare tutto o parte del capitale per far fronte a eventi inattesi, prima dell’età pensionabile. In particolare, si può avere un anticipo nel caso si debbano sostenere:

  • spese sanitarie straordinarie documentate connesse a interventi e terapie conseguenti a gravissime condizioni (anche del tuo coniuge o dei tuoi figli);

  • acquisto e ristrutturazione documentati della prima casa di abitazione

  • motivi personali e familiari.

È anche possibile riscattare in tutto o in parte la propria posizione individuale in caso di:

  • invalidità permanente o inoccupazione superiore ai 48 mesi, dimissioni o licenziamento, decesso dell’aderente

  • inoccupazione non inferiore a 12 mesi (e non superiore a 48 mesi), ricorso da parte del datore di lavoro a mobilità, cassa integrazione guadagni, ordinaria o straordinaria.

LE AGEVOLAZIONI FISCALI

Chi aderisce ad un fondo di previdenza complementare può ottenere una serie di agevolazioni fiscali come:

  • deducibilità dal reddito dei contributi versati fino ad un ammontare pari a 164,57 euro l’anno

  • aliquota massima del 20% anziché del 26% sui rendimenti della gestione finanziaria

  • aliquota agevolata che varia tra il 15% e il 9% in base agli anni di partecipazione al fondo per la pensione complementare e il capitale

  • aliquota agevolata che varia tra il 15% al 9% in base al numero di anni di partecipazione per le anticipazioni o i riscatti della posizione individuale per far fronte a spese impreviste personali o familiari.

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