I punti chiave
Dal 2025 ottenere la Naspi dopo le dimissioni sarà più complesso. Chi presenta domanda entro 12 mesi dalle dimissioni dovrà dimostrare di aver maturato almeno 13 settimane di contributi successivi alla fine del rapporto di lavoro. In sostanza, sarà indispensabile aver lavorato per circa 4 mesi, anche con contratti diversi, prima di essere licenziato e poter accedere all’indennità. Ecco tutto ciò che c'è da sapere.
Cosa è la Naspi
La Naspi, Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è un sostegno economico mensile riservato a chi perde involontariamente un lavoro subordinato, sia nel settore privato sia, in misura limitata, in quello pubblico per contratti a termine. L’indennità viene erogata per un periodo pari alla metà delle settimane contributive maturate negli ultimi quattro anni. Per ottenerla, è necessario trovarsi in stato di disoccupazione e avere almeno 13 settimane di contributi versati.
Le novità
La misura, introdotta dalla Manovra 2025 e in vigore dal prossimo anno, si affianca a quanto stabilito dal Collegato lavoro (parte integrante della legge di bilancio e introduce misure di semplificazione e regolazione che interesseranno principalmente la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, i contratti di lavoro, gli ammortizzatori sociali e gli obblighi contributivi) che riconosce le cosiddette "dimissioni implicite". Queste ultime non danno diritto alla Naspi: infatti, dopo 16 giorni di assenze ingiustificate (salvo diversa indicazione nel Ccnl), il rapporto di lavoro si considera concluso per volontà del dipendente, il quale perde così il diritto all'indennità di disoccupazione. L’Inps ricorda che chi percepisce la Naspi nel 2024, pur svolgendo un’attività lavorativa, deve comunicare il reddito presunto per il 2025 entro il 31 gennaio. Anche in caso di reddito pari a zero, la dichiarazione è obbligatoria per continuare a ricevere l’indennità (messaggio n. 4353/2024).
Chi è disoccupato
In questa circostanza è importante conoscere il significato dello stato di disoccupazione, ovvero una persona che non ha un impiego a causa di una perdita involontaria del lavoro e che ha formalmente dichiarato, tramite la DID (Dichiarazione di Immediata Disponibilità), la propria disponibilità immediata a lavorare o a partecipare a iniziative di politica attiva del lavoro. La presentazione della domanda per la Naspi equivale alla dichiarazione DID. È importante notare che la Naspi non è concessa in caso di cessazione del rapporto di lavoro per dimissioni volontarie o risoluzione consensuale, salvo alcune eccezioni come le dimissioni per giusta causa.
Come ottenere la Naspi
Per ottenere la Naspi è necessario aver accumulato almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti al licenziamento. La novità riguarda chi si dimette che potrà chiedere l'indennità solo dopo aver lavorato per 13 settimane. In assenza di questo requisito sarà necessario attendere un anno dalle dimissioni per utilizzare i contributi versati. Dal 1° gennaio il requisito delle 13 settimane sarà calcolato dalla data delle dimissioni e non più dai 4 anni precedenti. La Naspi corrisponde al 75% della retribuzione media mensile degli ultimi 4 anni con aggiustamenti se l'importo supera 1.
425,21 euro soglia aggiornata annualmente. In assenza di retribuzioni negli ultimi 4 anni ad esempio per cassa integrazione si considerano i contributi figurativi della cassa integrazione sia quelli pagati dall'azienda che dall'Inps.
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