Lavorare anche dopo la pensione si può: ecco cosa bisogna sapere

Sono esentati dall’obbligo di dichiarare i redditi chi ha terminato di lavorare e quindi non è soggetto al divieto di cumulo tra la pensione e i redditi da lavoro autonomo

Lavorare anche dopo la pensione si può: ecco cosa bisogna sapere
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È possibile continuare a lavorare anche una volta raggiunta la pensione? La risposta è sì, seppur con alcune limitazioni. Grazie al D.L. n. 112 del 2008, è stata introdotta la possibilità di cumulare i redditi da lavoro con le pensioni di anzianità, vecchiaia o anticipate, aprendo la strada a nuove opportunità per chi desidera proseguire la propria attività professionale anche dopo il pensionamento. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

La comunicazione Inps

Nel messaggio n. 3077 del 19 settembre 2024, l’Inps precisa che i pensionati con pensione decorrenza fino al 2023, soggetti al divieto di cumulo parziale tra pensione e redditi da lavoro autonomo, devono dichiarare entro il 31 ottobre 2024 i redditi da lavoro autonomo relativi all'anno 2023. Questa scadenza coincide con il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi per l’anno fiscale 2023. La dichiarazione deve essere inviata tramite il portale INPS, utilizzando credenziali come SPID, CNS o CIE.

Chi è esentato dall’obbligo

Sono esentati dall’obbligo di dichiarare i redditi i pensionati che non sono soggetti al divieto di cumulo tra la pensione e i redditi da lavoro autonomo. Questo riguarda, ad esempio, coloro che percepiscono pensioni o assegni di invalidità con decorrenza fino al 31 dicembre 1994, i titolari di pensione di vecchiaia, che dal 1° gennaio 2001 possono cumulare interamente la pensione con redditi da lavoro autonomo, e quelli con pensioni liquidate nel sistema contributivo, che dal 2009 godono dello stesso beneficio. Anche i titolari di pensioni di anzianità e prepensionamento possono, dal 2009, cumulare interamente la pensione con i redditi. Infine, chi percepisce pensioni o assegni di invalidità con 40 o più anni di contributi rientra nella categoria esente. I pensionati non esentati, invece, devono presentare la dichiarazione dei redditi.

I casi particolari

In merito ai casi particolari, il documento tratta anche le indennità per attività socialmente utili o connesse a cariche pubbliche elettive, le quali non vengono considerate redditi da lavoro ai fini del cumulo con la pensione. Inoltre, l'Istituto ricorda che l’articolo 10, comma 2, del D. Lgs. n. 503 del 1992 stabilisce che le disposizioni sull’incumulabilità con i redditi da lavoro non si applicano ai titolari di pensione di invalidità, se il reddito complessivo annuo derivante da attività lavorativa, autonoma o dipendente, non supera l'importo del trattamento minimo previsto dal Fondo pensioni lavoratori dipendenti per l'anno di riferimento. In sostanza i pensionati titolari di pensione o assegno di invalidità, che sarebbero soggetti al divieto parziale di cumulo con i redditi da lavoro autonomo, non sono effettivamente soggetti a tale restrizione se nel 2023 il reddito da lavoro autonomo percepito non supera 7.383,22 euro.

Infine, coloro che omettono di dichiarare i redditi da lavoro autonomo possono incorrere in sanzioni, tra cui il pagamento di una somma pari all'intero importo annuo della pensione percepita.

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