Tfr o Tfs: i tempi (biblici) del pagamento della liquidazione per i dipendenti pubblici

Nel 2025 andranno in pensione 150mila dipendenti pubblici. Un problema per chi spera di incassare la liquidazione: dovrà aspettare mesi o forse anni

Tfr o Tfs: i tempi (biblici) del pagamento della liquidazione per i dipendenti pubblici
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Nel 2025 si prevede che vadano in pensione circa 150mila dipendenti pubblici e calcolando una media di 70mila euro ciascuno di buonuscita (Tfs e/o Tfr) si arriva a una uscita di liquidità di circa 10 miliardi di euro. Diritti acquisiti, ma necessità di cassa non banale. Un problema di contabilità per il governo, un problema per chi spera di incassare la liquidazione e invece molto probabilmente dovrà aspettare. Mesi, e forse anni. Troppo tempo rispetto ai tempi attesi da chi lavora nel settore privato, che deve pazientare al massimo 45 giorni.

Per questa ragione sei sigle sindacali hanno deciso di lanciare una petizione per sollecitare un intervento urgente del legislatore: "Basta con il sequestro illegittimo delle liquidazioni dei dipendenti pubblici", protestano Cgil, Uil, Cgs, Cse, Cosmed, Cida e Codirp lanciando una mobilitazione e invitando i dipendenti della Pubblica amministrazione a sottoscrivere il loro appello.

"Da più di 10 anni- è scritto nella petizione - la liquidazione di Tfr e Tfs dei dipendenti pubblici nonostante i ripetuti richiami della Corte Costituzionale (l'ultimo è dell'estate 2023) è ingiustamente erogata con modalità differita e rateale con un ritardo che può arrivare anche fino a sette anni. In tal modo i dipendenti pubblici sono discriminati rispetto ai dipendenti privati". Un "sequestro" della liquidazione particolarmente intollerabile per quanti hanno raggiunto la pensione di vecchiaia o il limite ordinamentale per la permanenza al lavoro, "specialmente in un periodo di alta inflazione che erode in maniera importante la sua consistenza, aggiungendo danno al danno".

Facciamo un passo indietro e cerchiamo di chiarire i termini del problema, innanzitutto definendo la differenza tra Tfs (trattamento di fine servizio) e Tfr (trattamento di fine rapporto). La differenza sostanziale tra le due forme di liquidazione è questa: il Tfs è destinato solo ai dipendenti pubblici assunti fino al 31 dicembre 2000, mentre il Tfr è la normale liquidazione destinata a tutti i dipendenti, pubblici (assunti dal 2001 in poi) e privati assunti con contratto a tempo determinato o indeterminato. Quindi Tfr e Tfs sono diversi perché spettano a destinatari diversi e sono erogati in modalità diverse, perciò hanno anche una tassazione diversa. Per esempio, il TFS:

  • viene corrisposto ai dipendenti pubblici a tempo determinato assunti tra il 1999 e il 2000;
  • viene corrisposto ai dipendenti pubblici a tempo indeterminato assunti fino al 31/12/2000;
  • non consente di richiedere un anticipo se si sta ancora lavorando.

Anticipi solo sul Tfr

L'anticipo sul Tfr (fino a un massimo del 70% della cifra spettante) è invece possibile in questi tre casi:

  • spese mediche;
  • acquisto della prima casa;
  • motivi personali

Per le spese mediche e le ragioni personali la tassazione è al 15%. Per l'acquisto della prima casa la tassazione è al 23%.

Un'altra differenza tra Tfr e Tfs sono le modalità di erogazione. Il Tfs (così come il Tfr, ma solo per i dipendenti pubblici) viene corrisposto:

  • dopo 150 giorni per infortunio o decesso;
  • dopo dodici mesi per decorrenza dei termini di età o servizio, quindi pensionamento o scadenza del contratto;
  • dopo ventiquattro mesi per licenziamento o dimissioni volontarie;
  • in un'unica rata se inferiore a 50.000 euro;
  • in due rate se compreso tra 50.000 e 100.000 euro;
  • in tre rate se superiore a 100.000 euro.

Ulteriori ritardi nel tempo di liquidazione del Tfr per i dipendenti pubblici sono associati alle eventuali forme di pre-pensionamento (a esempio quota 100, perché la norma prevede che il pagamento avvenga solo dopo che l’interessato ha raggiunto il requisito pieno dell’età pensionabile, ovvero i 67 anni).

Era stato il governo Monti, dopo la crisi dello spread del 2011, ad autorizzare il pagamento differito del Tfs-Tfr ai dipendenti pubblici per dare respiro alle finanze dello Stato. Ma già nel 2019 una sentenza della Suprema Corte aveva stabilito che fosse sacrificabile il diritto del lavoratore pubblico alla liquidazione solo nei casi di cessazione anticipata dal lavoro.

Anche il Tar del Lazio, esattamente un anno fa, aveva sollevato la questione di legittimità delle norme che attualmente dilazionano il pagamento del trattamento di fine servizio dei pubblici dipendenti rispetto alla tempistica prevista per il privato, che invece percepisce il trattamento di fine rapporto già al momento del collocamento in pensione.

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