Se la Rai non fosse sostenuta dai fondi statali e fosse sul mercato non varrebbe nulla, considerato che ha 13 mila dipendenti. La stima, riportata da Italia Oggi, la fa Angelo Maria Petroni, consigliere d'amministrazione del Carrozzone di viale Mazzini dal 2003.
Al centro delle domande degli studenti del Collegio di Milano ai quali Petroni ha tenuto una lezione, non poteva che esserci l'ipotesi di privatizzazione di una delle maggiori aziende pubbliche italiane. Eppure solo fino a qualche anno fa, il consigliere aveva sostenuto pubblicamente una liberalizzazione della Rai. A fargli cambiare idea è stata proprio la valutazione di una non convenienza economica proprio a causa delle migliaia di addetti: "Ma questo non è un giudizio negativo", precisa, "Si può dire lo stesso anche per il Duomo di Milano. Come si fa a valutarlo?".
Confrontando del resto il servizio pubblico italiano e quello tedesco, Petroni sottolinea come in Germania la tv di
Stato "ottenga il 95% del proprio budget dal canone, mentre la Rai arriva alla metà (7,8, miliardi di euro contro 1,7), ha 40 mila dipendenti contro i nostri 13 mila e fa il 30% di share degli ascolti contro il nostro 42%". E il consigliere tira in mezzo anche "il modello sociale europeo": "Come recita tra l'altro il trattato di Amsterdam che, nel nono protocollo annesso, stabilisce che ogni Stato può dotarsi di un servizio radiotelevisivo pubblico come eccezione al mercato al libero mercato". Un'eccezione giustificata dalla necessità di formare "la pubblica opinione per l'esercizio democratico" e rappresentare "le culture territoriali", tanto che in Europa "non c'è uno solo paese dove il servizio pubblico non coincida con la proprietà statale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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