IL PROFESSORE INTOLLERANTE

IL PROFESSORE INTOLLERANTE

Conviene tornare sui fischi a Prodi al Motorshow di Bologna, casa sua. Anche perché, ieri, sempre a Bologna, i precari hanno contestato anche Pierluigi Bersani che, se non era a casa sua, era nel cortile accanto (egli è di Bettola, Piacenza). Premettiamo subito, a scanso di equivoci, che chi scrive non predilige il fischio come modalità espressiva. Ai fischi del Motorshow preferisce piazza San Giovanni a Roma. Ma il popolo è così: fa quello che vuole. E i politici sono così: a loro il popolo piace quando fa quello che piace a loro. Le cose, evidentemente, non vanno assieme. Ma procediamo con ordine.
Il Professore, ieri, ha pubblicato una lettera sul Resto del Carlino che ci piace glossare. Come aveva già sostenuto a caldo, i fischi erano organizzati e partivano da un gruppetto di una quarantina di giovani capitanati - secondo il Prof - da due meno giovani. La situazione imbarazzante è stata - nella realtà, da quanto si sa da chi era lì - che a tre strette di mano e incoraggiamenti ad andare avanti sono corrisposti dieci fischi e inviti ad andare a casa.
A partire da qui lo scritto del Professore si impenna e si inerpica in una disamina filosofico-sociologico-politologica sulla situazione del Paese per il quale è preoccupato ben più che per i fischi ricevuti. Come i lettori ormai sanno bene, il Professore - in accordo stretto con il dettato della dottrina Sociale della Chiesa - è sempre interessato più al bene comune che a quello personale. Dunque il Paese vive ormai in una «penosa situazione». «O bianco o nero, o sì o no, o con me o contro di me. Il tutto avvelenato dalla maleducazione, dal sensazionalismo, dalle dichiarazioni che fanno magari titolo per poche ore e poi spariscono nell'oblio del frullatore mediatico, che oggi è la molla del sentirsi “in diretta con il mondo”». Mettiamo che sia vero. Ma il professor Prodi è proprio sicuro di non essere una delle cause di questa situazione piuttosto che una sua vittima. Lo sa o no che guida una coalizione che è retta dall'odio contro Silvio Berlusconi, e il centrodestra, e poco altro? E, a proposito di sensazionalismo, si ricorda il professor Prodi di quando, qualche mese fa, disse che, lui e il suo governo, «avrebbero stupito» gli italiani? E che male c'è nel ragionamento: «o di qua o di là»?
Certo, durante tutta la campagna elettorale affermò che avrebbe riportato la pace sociale in questo Paese che era diviso. Non vorrà mica sostenere, ora, che la manifestazione di piazza San Giovanni e i fischi al Motorshow hanno rotto la pace sociale. E se l'avesse rotta lui con le sue politiche annunciate e messe in pratica? In una parola: se gli italiani non fossero d'accordo con lui, molto più semplicemente? O veramente pensa di avere una missione da compiere in barba a qualsiasi giudizio abbiano coloro che dovrebbe governare, i cittadini, noi?
Poi scrive qualcosa di veramente grave a proposito degli episodi di maleducazione che «vanno tollerati e compresi» ma «se sono inseriti in una centrifuga di intolleranza e cecità sociale, i rischi per noi e per i nostri figli...» e via di questo passo.

Cecità sociale perché? Perché gli italiani non stanno vedendo quanto bene sta facendo per loro? Perché sono, come ebbe a dire ripetutamente e a proposito di tolleranza e buone maniere, gli italiani sono impazziti e, con loro, il Paese?
Vada avanti a governare. È nei suoi diritti. Eviti, almeno, di fare delle strane filosofie sui fischi di chi non è d'accordo con lui. Al buon cuore, Professore.

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