Il profeta Bierhoff: «Juve sul velluto Ma il Milan rischia»

L’ex rossonero fa le carte alle sfide di Champions. «Il Bayern può far male. E la difesa del Diavolo...»

Franco Ordine

Caro Oliver Bierhoff, se la passa male il calcio tedesco in queste ore...
«Per una volta è successo da noi quello che puntualmente accade da voi in Italia: un risultato negativo della Nazionale si trasforma in un caso politico, se ne occupa persino il Parlamento».
Ma Klinsmann rischia davvero il posto?
«C’è stato un grande effetto negativo nell’opinione pubblica. Quel che più ha offeso non credo sia stato il risultato, il valore della sfida era simbolico, ma il modo col quale la Germania è stata messa sotto, battuta. Abbiamo giocato male, siamo stati mai aggressivi».
C’è una spiegazione tecnica a questo crac?
«Forse bisogna ricostruire con attenzione i recenti risultati ottenuti e valutare quanto successo nel nostro campionato».
Ci provi, coraggio...
«La finale del mondiale 2002 persa col Brasile di Ronaldo ha tratto molti in inganno: è stata una sorpresa, una sorpresa positiva ma inattesa. Dietro quello strepitoso inseguimento c’era la risposta, gagliarda, di un gruppo di giocatori, risposta fisica e temperamentale al deficit complessivo. Da qualche tempo, ha ripreso quota l’under 21, stiamo risalendo faticosamente la china ma resta il buco nero nella generazione dei trentenni».
Le rare eccezioni, tipo Ballack per esempio, stanno per lasciare la Bundesliga...
«Anche questo è un fattore da valutare. Prendiamo il Bayern Monaco: da molti anni a questa parte è l’unico club tedesco che resiste alla concorrenza delle altre armate europee, tipo Chelsea, Real Madrid, Barcellona, gli italiani, con una presenza costante in Champions league. Il campionato sta perdendo appeal, e con l’appeal sta perdendo le sue stelle».
Perciò Ballack, il capitano della nazionale, è pronto a lasciare la Baviera...
«I club tedeschi devono far quadrare i loro conti, non possono spendere più dei previsti introiti. E nel frattempo molti hanno rinnovato i loro stadi. In giro per l’Europa, nel frattempo, circolano cifre da mille e una notte».
A proposito di Ballack, le ha chiesto un parere sulla richiesta targata Inter?
«Il nostro capitano decide da solo. Io gli ho fatto solo una battuta, ripetuta ai giornalisti italiani, a Firenze. Da buon milanista gli consiglio di non andare all’Inter».
Italia-Germania continua: da domani si torna in campo ma in Champions league. Cominciamo da Juve-Werder Brema: come finirà?
«La Juve è una squadra solida, di cemento armato, le basta l’1 a 0 per passare il turno e il Werder è una squadra dal rendimento straordinario nelle partite domestiche per via del pubblico e del clima che c’è in quello stadio, mentre fuori casa accusa qualche difficoltà, questione forse di personalità e di maturità internazionale. E poi quest’anno la squadra di Capello mi sembra più uno schiacciasassi che una squadra di calcio. Se devo pensare a un risultato probabile, penso al successo della Juve».
Mercoledì sera tocca a Milan-Bayern invece...
«E qui le parti si rovesciano. Il Milan appare favorito dal risultato dell’andata. Il Bayern, per passare il turno, deve realizzare un 2 a 2 oppure vincere. A Monaco mi è piaciuto solo il Milan del secondo tempo, nel primo è stato messo sotto. I tedeschi di Magath sono carichi e il Milan, da sempre, soffre di qualche sbandamento difensivo. È tutt’altro che scontato il passaggio del turno, qualificazione in bilico. E poi ci sarà gente tosta, tipo Ballack, appunto, che vorrà cancellare la serata triste di Firenze».


A proposito di Milan, lo sa che Costacurta minaccia di continuare a giocare a 40 anni?
«Lo so, l’ho letto e credo che bisognerà prima o poi abbattere la barriera secondo cui, nel calcio, chi arriva ai 35 anni, è destinato a chiudere con l’attività fisica. Mi fa piacere vedere Billy in campo con lo spirito dei suoi giorni migliori, che è poi l’aspetto decisivo della questione».

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