All’alba di mecoledì 21 novembre la Polizia di Stato, con personale delle Digos di L’Aquila, Teramo, Milano, Piacenza, Cuneo, della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dei Compartimenti di Pescara, Milano Bologna e Roma, ha concluso un’importante operazione per il contrasto al terrorismo di matrice jihadista iniziata nel dicembre del 2017, sgominando una cellula composta da tre cittadini egiziani e attiva in territorio italiano (guarda il video).
Individuo chiave della cellula, il personaggio carismatico, è risultato essere Issam Elsayed Elsayed Abouelamayem Shalabi, egiziano classe 1996, oggetto di custodia cautelare per i reati di cui agli art. 270 bis (associazione con finalità di terrorismo internazionale) e 414 comma 4^ CP (istigazione e apologia per delitti di terrorismo) poiché ritenuto organico allo Stato Islamico, intenzionato di andare a combattere per Daesh ed intraneo alla macchina della propaganda di quest’ultimo.
Assieme a Shalabi sono coinvolti altri due cittadini egiziani, classe 1997 e 1995, il primo in procinto di essere espulso e il secondo attualmente all’estero e ricercato.
Inizialmente Shalabi risiedeva a Colonnella, in provincia di Teramo, dove lavorava per un’azienda che aveva in appalto le pulizie del Mc Donald’s locale. Lo scorso 20 giugno però l’egiziano si trasferiva a Cuneo dove continuava a lavorare nello stesso settore, prima di raggiungere Milano ad agosto dove lavorava in nero e cambiava ben quattro domicili, come rilevato nel corso dei costanti e continuativi servizi di osservazione statica e pedinamento dinamico svolti, continuativamente nell’arco delle 24 ore, da personale specializzato della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione/U.C.I.G.O.S.
Dalle intercettazioni messe in atto dagli inquirenti è stato recuperato parecchio materiale contenente inni e sermoni di imam radicali, divulgatori di odio nei confronti del mondo occidentale, sostenitori del compimento di atti di martirio in nome di Allah e della necessità di combattere l’occidente anche con attentati nei confronti di popolazione civile. Materiale che veniva continuativamente ascoltato da Shalabi in una sorta di lavaggio del cervello.
Lo stesso Shalabi,in una conversazione intercettata, si dichiarava pronto e disponibile a combattere assieme all'Isis:
Shalabi: “Sì, io mi auguro di andare lì ma ancora non è arrivato il momento”.
Interlocutore: Tu vai a fare la guerra insieme a loro? (fa riferimento allo Stato Islamico ndt)
Shalabi: “Sì, arriverà il momento in cui andrò a fare la guerra insieme a loro”.
È lo stesso Shalabi, inoltre, che fa riferimento alla possibilità di compiere azioni violente per colpire l’occidente e diffondere la Sharia:
“Se hai intenzione di fare una operazione jihadista, puoi chiederlo e stare anche un anno in attesa, potrebbero anche non chiamarti. Io conosco persone che hanno fatto domanda”.
In un’altra intecettazione del 1° di luglio Shalabi affermava di essere a conoscenza di altri soggetti pronti a immolarsi per il jihad:
“…ognuno di noi (dello stato islamico) si muove per conto proprio, ognuno di noi ha capito il concetto di battaglia il significato del bene e del male, ognuno percorre la via più conveniente (…)”.
Interlocutore: “Perché stai a fare tutto questo casino andando contro tutti”?
Shalabi: “Perché io voglio che la legge di Allah copra tutta la terra”-
Le autorità hanno reso noto che Shalabi, oltre ad essere un jihadista che aspirava a combattere e sacrificarsi per l’Isis, ricopriva anche un ruolo notevole all’interno dell’ambito propagandistico dell’Isis, partecipando e gestendo in prima persona, grazie al proprio skill tecnico, a canali e gruppi chiusi su Telegram, rilasciando le credenziali affinchè altri potessero partecipare a tali gruppi nei quali venivano diffuse le notizie delle attività giornaliere dello Stato Islamico sia tramite la nota agenzia “AMAQ” sia tramite la meno nota, ma molto diffusa, agenzia “Nasher News”.
Di particolare interesse risultava essere una specie di “mattinale dell’Isis”, nel quale venivano indicati gli obiettivi ed i risultati conseguiti da Daesh nella settimana precedente in termini di morti, feriti, auto e caserme distrutte, cristiani uccisi, prigionieri catturati ed altro ancora.
In un’altra occasione Shalabi pubblicava il video di rivendicazione dell’attentato terroristico avvenuto in Tajikistan lo scorso 29 luglio, nel quale un gruppo di ciclisti occidentali veniva prima travolto da un’auto in corsa e poi attaccato da uomini armati con pistole e coltelli.
Altro elemento particolarmente interessante emerso dalle attività di intercettazione telematica è risultato essere il bando volto al reclutamento di jihadisti diffuso dall’Isis per individuare nuovi potenziali volontari. Un invito rivolto ai musulmani di tutto il mondo, i quali avrebbero potuto inoltrare le proprie “candidature” tra il 12 e il 18 agosto scorsi.
Nel video venivano anche elencate una serie di strategie da mettere in atto:
“Respingili con le cinture e veicoli suicidi; scioccali con i dispositivi esplosivi: paralizzali con i silenziatori e armi da cecchino; espandi il terrore e il panico con gli assalti”.
Un altro interessante aspetto del profilo di Shalabi risulta essere il progressivo cambiamento nel vestire.
Se nel 2014 infatti l’egiziano sembrava un ragazzo qualsiasi, nel tempo però il suo modo di vestire è risultato sempre più estremo, con la progressiva crescita della barba, fino a portarla secondo i dettami salafiti, nonché l’abbigliamento in quanto più volte immortalato con kefya e jalabaya nel corso del 2018.Sarà a questo punto interessante approfondire percorso e modalità di radicalizzazione di Shalabi, nonché gli ambienti da egli frequentati in questi quattro anni.
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