«Proiettare i film di Venezia anche a Milano»

L’assessore alla Cultura: «I titoli della Mostra potrebbero essere presentati in contemporanea nella Scala bis»

Pamela Dell’Orto

Trasportare a Milano un «pezzo» della Mostra del Cinema di Venezia. Sarà forse un’utopia, ma l’idea c’è. A lanciarla è l’assessore alla Cultura Stefano Zecchi; e il presidente della Fondazione Biennale Cinema di Venezia Davide Croff la accoglie come «una proposta da prendere in considerazione».
Il fatto è che le sale che ospitano il Festival in laguna hanno quasi ottant’anni, sono vecchie, fatiscenti. La Biennale aspetta nuove strutture, e chissà quando arriveranno i fondi. «Da ragazzino e da veneziano, ho visto sfumare diversi progetti - racconta Zecchi. -. L’ospedale nuovo, la nuova sede dell’università di Santa Marta... Ora sarei davvero felice se Venezia riuscisse ad avere un nuovo Palazzo del Cinema. Nel frattempo faccio una proposta: proiettare contemporaneamente i film del Festival sia al Lido che agli Arcimboldi». Questa soluzione, spiega il professore, «potrebbe essere anche un nuovo sbocco nel mercato dei distributori».
La 62ª Mostra di Venezia si è conclusa ormai da più di dieci giorni. Ieri si è chiusa anche Le Vie del Cinema, panoramica che da 26 anni Milano fa sui film proiettati al Lido. È ora di bilanci. A parlare sono i numeri (oltre al ritorno della critica e alla qualità, molto alta, delle pellicole in concorso), in crescita per entrambe le città.
Per Milano, che quest’anno ha avuto 40mila spettatori. E per Venezia, con un buon 10 per cento di visitatori in più rispetto al 2004. Purtroppo non è abbastanza. Spiega Croff: «Il vero problema di Venezia è Venezia: sono 76 anni che non investe sulle sue infrastrutture. Il Palazzo del Cinema è del ’36, il Casinò del ’40. Quest’anno abbiamo dovuto limitare il numero degli accrediti (8mila in tutto ndr)». Prossimo traguardo della Biennale: avere un nuovo Palazzo con una sala da 2.700 posti (l’attuale «sala grande» ne conta mille).
E allora, si chiede Croff, «perché Milano non partecipa allo sviluppo strutturale della mostra del cinema?». Di qui la proposta di Zecchi.
Altro obiettivo della Biennale: il mercato. Spiega il direttore della Mostra del Cinema Marco Muller: «Negli anni ’70-80 un festival era un surrogato per tutto ciò che non riusciva ad avere mercato. Oggi dopo il festival i film esistono nelle scelte di distributori, sale e dvd. Venezia ha bisogno di questo ritorno.

Ed è anche grazie a Milano che si sonda l’interesse sui film del pubblico vero, quello delle sale».
Ultimo obiettivo (e sogno) di Venezia: portare Biennale - che quest’anno compie 110 anni - fuori dalla laguna, farla espandere. Magari anche a Milano.

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