«La Provincia? È meglio abolirla Parola di consigliere provinciale»

È di questi giorni la notizia che ha fatto esultare il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti: l’Ente, secondo il FitchRatings, presenta una gestione efficiente. Ma a Palazzo Valentini l’opposizione di centrodestra la pensa diversamente, come sintetizza il consigliere Danilo Amelina: «La Provincia di Roma è da abolire al più presto per il bene delle tasche dei cittadini». E anche «per tener fede a quanto detto in campagna elettorale», gli fa eco il collega Anselmo Tomaino. Ed è proprio Amelina che spiega nel dettaglio la posizione del Gruppo Pdl a Palazzo Valentini relativamente all’operato della Giunta Zingaretti, «sottomessa ai partiti di riferimento», spiega il consigliere.
Perché la Provincia di Roma è da abolire?
«Per ridurre in modo diretto e radicale i costi dello Stato. Il bilancio della Provincia è di 1,2 miliardi di euro, ricavati in gran parte da tasse sui rifiuti, dalle tasse automobilistiche e da impegni diretti di Stato e Regione. Basti pensare che pochi anni fa il Comune di Roma e gli altri 120 della provincia hanno concesso all’Ente la gestione e i diritti delle 400 scuole superiori alla Provincia di Roma, con il convincimento che sarebbe riuscita con l’importante bilancio di cui dispone a renderle idonee e ben mantenute. Invece l’85 per cento delle scuole non è in regola con le normative vigenti e versa in condizioni di totale degrado. In particolare, anziché sostenere l’integrazione dei ragazzi disabili nelle scuole, sono stati dispersi 30 milioni di euro per portare internet nel territorio provinciale, quando con 30 euro al mese oggi si acquista da qualsiasi compagnia di telefonia la connessione a internet senza fili, che permette di far accedere al servizio un numero illimitato di connessioni. Insomma se non ci dovesse essere più la Provincia, un ente troppo grande, dispersivo e con competenze sovrapposte e duplicate rispetto a Regione e Comuni, nessuno se ne accorgerebbe e i 121 comuni avrebbero un incremento di risorse economiche, di personale, di strutture che migliorerebbero di certo i servizi rivolti ai cittadini».
È possibile eliminarla subito?
«Nell’immediato è difficile: solo un atto Prefettizio e legislativo potrà favorire un cambiamento epocale. Bisognerà, attraverso una legge costituzionale, far ritornare alla gestione della Regione Lazio politiche del territorio come mobilità, trasporti, infrastrutture, ambiente e gestione rifiuti. Nell’immediato una legge ordinaria che tenga conto dell’enorme peso sociale, economico, storico e ambientale che grava su Roma Capitale. Occorrerà però anche una norma transitoria che permetta di trasferire risorse e di assorbire personale e strutture».
Quali potrebbero essere i vantaggi?
«Una governance maggiore: ritornare all’essenzialità del ruolo di un’istituzione capace di risolvere e affrontare i problemi quotidiani, della gente comune; ridurre le spese di funzionamento, trasformando un ente burocratico in ente di supporto alla famiglia, al cittadino; esercitare più controlli nell’interesse pubblico; occuparsi direttamente di gestioni per garantire qualità a costi inferiori nei servizi di pubblica utilità; liberalizzare il mercato dei servizi pubblici locali, dando valore alle scelte dei cittadini e restituendo alla politica del territorio il compito di controllare».
Ha ragione in merito Alemanno?
«Sì: occorre snellire i processi burocratici, eliminando enti come la Provincia che sono solo un aggravio di spese per il Governo.

Alemanno sta dando un grande esempio di democrazia, di radicamento a temi di interesse locale più che nazionali, al rinnovamento e al liberismo politico e non allo statalismo e alla conservazione di uno status anacronistico».

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