Puntare su oro e diamanti un rifugio per il patrimonio

Le pietre preziose, in particolare, si rivalutano senza intoppi da oltre 30 anni. Anche «tax free». I consigli degli esperti

Ettore Schifrani

In piena crisi economica e con l'affermazione di una nuova mentalità sempre più attenta - da parte del pubblico che investe, cresce l'esigenza di destinare almeno una parte dei propri risparmi verso classi di investimento che diano la garanzia reale di preservare il capitale, quando non di avere anche una rendita: oro e diamanti sono tra i beni rifugio per eccellenza. Ma le due «classi», sono diverse: l'oro è un ottimo investimento per chi è dinamico, e quindi disposto a comperare o a vendere al momento giusto; i diamanti sono invece una classe a sé, che da sempre offre rendimenti importanti e capitale salvaguardato. A livello mondiale le quotazioni dei diamanti segnano valori sempre considerevoli se paragonati con quelli espressi da altre classi di investimento.

Per Tiziano Dall'Omo, direttore del Centro Studi IDD e coautore con Gianni Bizzotto dei volumi Diamanti e Finanza e Oro, Trading e Finanza (ormai considerati le «bibbie» degli investitori in beni rifugio), «questi incrementi sono il risultato di un'aggregazione di dati tra i quali figurano la tipologia del diamante, la valuta in cui si comperano e vendono, la congiuntura economica attuale, la disponibilità di materiale di estrazione, gli indici di occupazione e rioccupazione del settore, e molto altro». Ma dove si possono comperare? «Non deve essere un acquisto in senso stretto - dice Bizzotto, - ma un investimento, garantito da listini pubblicati e sempre all'interno del circuito finanziario; direi inoltre di privilegiare le pietre incolore, quindi D, e purezze massime come IF, ma anche leggermente inferiori come VVS a VS, purché di colore D, perché negli ultimi anni si registrano per queste pietre positivi cambiamenti nella loro valutazione».

Un investimento che per Ivan Carchedi, esperto di risparmio previdenziale e di tutela dei patrimoni, potrebbe convenire anche a chi ha un reddito normale. «L'oro da investimento - spiega - richiede capitali di accesso veramente ridotti, dell'ordine di qualche migliaio di euro, mentre il diamante da investimento ha soglie di entrata anche di 5.000 euro. Partendo da qui, bisogna considerare che lo scenario dei prossimi dieci anni richiede di trovare forme nuove di previdenza e di risparmio, soprattutto in un momento in cui i prodotti cosiddetti salvadanaio sono pluritassati».

Va poi considerato che, a esempio, i diamanti si rivalutano senza intoppi da più di trent'anni, «e garantiscono in modo efficace la salvaguardia dei propri risparmi e anche una

salvezza concreta per il futuro, a patto di non rivenderli subito». La Consob, nel 2013, ha deliberato che l'investimento in diamanti non è un prodotto finanziario e, quindi, investirvi significa non pagare il capital gain.

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