Il venti novembre la jihad africana prendeva spazio nei notiziari di tutto il mondo con l'eclatante attacco all'Hotel Radisson di Bamako dove hanno perso la vita più di 20 persone. All'inizio a rivendicare l'azione erano stati i portavoce del gruppo Al-Mourabitoun e del Front de Liberation du Macina. Oggi a prendersi una porzione di paternità nell'attacco è anche il leader di Aqmi (Al Qaeda nel Maghreb Islamico), Abdelmalek Droukdel.
Sigle accomunate dall'islamismo ma che al loro interno comunque vedono nascere fratture e scontri. Sia per quel che concerne le alleanze interne all'internazionalismo jihadista, sia per le differenze di vedute religiose, di obiettivi politici e strategie. L'evidenza però è che il Mali, in seguito alla caduta di Gheddafi in Libia, dopo la penetrazione delle formazioni jihadiste e dopo la guerra, non ha più conosciuto una pace concreta. Il Paese africano, da sempre crocevia di scambi commerciali, terra di carovane umane, cerniera tra il Sahel e il Magreb, oggi vive costantemente in bilico: da una parte la ripresa della vita, dall'altro l' incubo della guerra santa.
Le fazioni presenti nel Paese africano sono Aqmi(Al Qaeda nel Maghreb Islamico), Al Mourabitoun, Mujao (Movimento per l'Onestà e la Jihad in Africa Occidentale), Ansar Dine e il Fronte di Liberazione della Macina.
La prima affonda le sue origini in Algeria, autrice di diversi sequestri a danni di occidentali e salita alla ribalta delle cronache dopo la guerra nel Mali dove ha svolto un ruolo primario nell'occupazione dell'Azawad. Oggi non ha più il potere militare che l'ha contraddistinta nel 2012 e secondo gli analisti il numero di effettivi che la compone sarebbe di poche centinaia. Da Aqmi è nato nel 2013 Al Mourabitoun, un gruppo salafita islamista con a capo il mujaheddin e trafficante Mokhtar Belmokhtar e tra le sue fila vanta principalmente touareg e arabi maliani e algerini. Sempre all'interno di Aqmi era nato il gruppo Mujao, Movimento per l'Onestà e la Jihad in Africa Occidentale, che ha svolto un ruolo attivo e di primo piano durante il conflitto e l'ultima azione eclatante risale al 2014 quando i combattenti del Mujao uccisero 9 caschi blu delle Nazioni Unite. Nella galassia dell'islamismo occorre ricordare Ansar Dine, che si è fatto conoscere per la violenza con cui ha preso controllo di Timboukotu e l'oscurantismo dimostrato nel distruggere i mausolei cittadini.
Minoritario, poco conosciuto, ma comunque presente è il Fronte di Liberazione della Macina, nato a gennaio 2015, composto da poche unità e che ha come obiettivo la restaurazione dell'impero fulani della Macina, che era uno stato teocratico presente in Mali nell'800.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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