Quando l'aria sa di polvere da sparo

Nel settore taxi, si è raggiunto un livello di qualità e servizio che rappresenta un'eccellenza europea

Quando l'aria sa di polvere da sparo
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C'era una volta la globalizzazione, quella che univa i mercati e faceva viaggiare merci e capitali come fossero pensieri. Oggi i confini tornano muri, i dazi si alzano come scudi e l'Europa si scopre fragile, divisa, impaurita. Gli Stati Uniti impongono tariffe, l'Europa risponde con controdazi. Tutti si difendono, nessuno più si fida.

Il clima ricorda quello della Guerra Fredda, ma stavolta le armi sono economiche. O forse no. Perché in Germania la Volkswagen simbolo dell'automobile valuta di tornare a produrre armi e veicoli militari. Un'idea che sembrava sepolta nella polvere della storia, rispolverata come risposta a un'Europa che si prepara neppure troppo in silenzio al riarmo. Nel frattempo, interi settori industriali si accartocciano sotto il peso della crisi. Consumi in calo, vendite rallentate, fabbriche chiuse o riconvertite. Eppure, in questo caos, alcuni colossi digitali del trasporto continuano a sfidare le regole con la spregiudicatezza di chi ignora confini e normative.

Nel settore taxi, si è raggiunto un livello di qualità e servizio che rappresenta un'eccellenza europea. Ma c'è chi cerca di distruggerla con arroganza, ignorando le regole, calpestando la dignità di una categoria che non ha mai chiesto privilegi, solo rispetto. E questa eccellenza ha un nome: InTaxi, l'app dei tassisti italiani, creata per offrire tecnologia, trasparenza e qualità ai cittadini.

Difendere strutture economiche come InTaxi, che operano nell'interesse degli utenti e nel rispetto delle regole, significa proteggere un pezzo del nostro Paese, di dignità e civiltà.

Non è solo una battaglia del settore taxi, ma la stessa lotta di chi ogni giorno lavora onestamente, resiste con tenacia e chiede di non essere lasciato solo di fronte all'arroganza di chi pensa che il mercato sia terra di nessuno.

Per questo oggi si deve essere pronti ad alzare la voce: non si difende soltanto il lavoro nel trasporto pubblico non di linea, ma si difendono la dignità e l'idea stessa del Paese che vogliamo.

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