Su queste pagine abbiamo dato la notizia che Harley Davidson ha deciso di cessare con la fine del mese di ottobre la produzione di moto con il marchio Buell. Così finisce una storia di amore nata nel 1998, anno da cui Harley è proprietaria al 100%. Le moto del Wisconsin sono state prodotte in 135.000 unità negli ultimi 26 anni. «Ho avuto la grande fortuna di incontrare e conoscere tanti Buellisti in tutti questi anni: sono un gruppo interessante e divertente di liberi pensatori» ha detto il fondatore Erik Buell. «Affrontate con orgoglio il vostro viaggio verso il futuro. E possano le strade davanti a voi essere così avventurose e piene di soddisfazioni come sono state le mie negli ultimi 26 anni». Bene, e adesso? Per tutto il prossimo anno anche in Italia continueranno le vendite di moto nuove, da immatricolare, che fanno già parte dello stock italiano e Harley ha assicurato per il futuro l'assistenza, i pezzi di ricambio e la garanzia a chi ne ha diritto. Quindi? Quindi potrebbe essere l'occasione per mettersi in garage un pezzo della storia motociclistica americana. Non è sempre vero che i motori sono investimenti a perdere. Lo dimostrano molte due ruote. A partire dalle mitiche Vespe 50 special, di cui sono anche state fatte delle riedizioni, sino a due ruote di rango come le Bmw GS 80 vendute alla fine degli anni '80 che oggi, dopo vent'anni e decine di migliaia di chilometri, costano come una Honda Hornet che non arriva a un anno di età e ai cinquemila km. Provate a comprare una Triumph Thunderbird Sport degli anni '90. La stessa cosa vale per il mitico Suzuki da spiaggia, il VS90 a ruote larghe e anche per quella specie di utilissimo mostro a due ruote con il tetto che risponde al nome di Bmw C1. Come cercare un ago in un pagliaio. Chi è da più di una decade negli «anta» ancora ricorda bene la propria BSA o la Matches messa in garage e spesso si pente di averla venduta. Moto che non fanno più e di cui il valore dopo un iniziale deprezzamento è salito di anno in anno. Oggi guardando alle Buell ancora nelle concessionarie si potrebbe pensare di comprare la 1125 CR. «La 1125CR rappresenta la mia visione di una café racer del ventunesimo secolo» ha detto Erik Buell. Una moto che anche se per il passo allungato e per il muso da Mazinga non assomiglia alle «classiche» Buell si ritaglia un ruolo di primo piano perché è la più potente mai costruita. Lo dimostra il propulsore V-Twin Buell Helicon da 1125cc e 146 cavalli di potenza massima erogati a 9.800 giri/minuto. Non il solito motore Harley straelaborato ma una novità di derivazione Rotax con raffreddamento a liquido, accoppiato al telaio Buell IRC (Intuitive Response Chassis), che sono in grado di assicurare prestazioni dinamiche e sportive di alto livello. Il peso? Non un piuma ma gestibilissimo: 170 chilogrammi (a secco) che permettono anche di danzare il Rock&Roll tra le curve più strette trattando sempre il gas con gentilezza altrimenti si rischiano impennate alla Valentino Rossi. Insomma la Buell 1125 CR non scherza e lo dimostra il fatto che in seconda marcia tirata a limitatore permette di raggiungere i 144 chilometri orari. Come dire, ci sono altre quattro marce con cui poter infrangere tutti i limiti di velocità. Tanti i dettagli che si legano alla tradizione americana, dal tipico monodisco anteriore perimetrale alla trasmissione a cinghia passando per lo scarico cortissimo che si «nasconde» sotto il grosso bicilindrico a V di 72°. Tra le novità il superamento della «prova moglie». Il sellino è degno di questo nome, anche una donna alta oltre un metro e settanta si trova comoda grazie alle pedane basse per un giro che vada oltre i dieci minuti.
Appagato anche il senso estetico dato che basta un secondo per trasformarla in monoposto e coprire il sellino posteriore con una plastica in tinta quando si viaggia da soli. Il prezzo? 12.395 euro.
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