Quanti inviti a «Casa Montezemolo»

«Paolo Rebaudengo, ricordatevi questo nome», dice un attento osservatore di cose confindustriali. Rebaudengo è il capo delle relazioni industriali della Fiat, erede del mitico Paolo Annibaldi, eminenza grigia di viale Astronomia per lunghi anni: la stessa scuola, lo stesso stile, le stesse mosse felpate ma compiute con visione strategica a protezione degli interessi di fondo del grande gruppo torinese. Sergio Marchionne, manager di scuola internazionale, considera quasi con fastidio le vicende confindustriali. Al Lingotto, invece, sanno bene come su questioni rilevanti, dalla mobilità lunga ai prepensionamenti, sia importante contare su un sindacalismo d'impresa che curi con attenzione i problemi della grande industria. E, sulla base di queste considerazioni, Rebaudengo si è messo in movimento. Obiettivo? Alberto Bombassei presidente.
E così Diego Della Valle torna a frequentare viale dell'Astronomia. Si era dimesso dal direttivo dopo la figuraccia di Vicenza, quando una platea di imprenditori lo aveva fischiato per le polemiche con l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il vecchio amico Luca Cordero di Montezemolo aveva tentato, qualche mese dopo, di farlo rientrare con un trucco (lo aveva abbinato a Fedele Confalonieri) ma senza riuscirci. Adesso il presidente uscente di Confindustria ha «invitato» uno sproposito di imprenditori, ben ventotto alle riunioni della giunta più sette al direttivo (che partecipano anche alla Giunta), pur di potere contare sulla parlantina (ahimé, non potrà votare) dell'industriale marchigiano. Gli invitati sono scelti con cura per non scontentare alcun settore della confederazione. Ma i due che «contano» sono Della Valle e Innocenzo Cipolletta, quest'ultimo «invitato» al direttivo (peraltro Cipolletta giovedì 20 settembre sul Sole ha difeso l'euro forte e costretto il presidente confindustriale, spinto da una diffusa protesta della base, a differenziarsi). Perché Montezemolo fa oggi questa scelta? Sullo sfondo c'è l'entrata in politica - non si sa ancora se a destra, a sinistra o al centro - che richiede l'appoggio del circolo degli amici. Della Valle, dalla sua, aveva recentemente segnalato qualche malumore verso Montezemolo, definendolo in un'intervista inadatto alla politica.
Alla fine Luca Paolazzi arriverà al Centro studi di Confindustria. Avrà un contratto da consulente, si è messo in aspettativa dal Sole 24 ore. Paolazzi è un economista coi fiocchi, al di là del suo mestiere di giornalista, ma si troverà a dirigere una struttura sempre più in difficoltà. Pare che i dirigenti rimasti in una realtà indebolita dalla gestione di Sandro Trento, meditino di lasciare: sicuramente la vice direttore Anna Ruocco ha annunciato le sue dimissioni.
Grandi e meritati complimenti da parte del mensile, specializzato in problemi dell'informazione, Prima comunicazione, a Ferruccio de Bortoli e Giancarlo Cerutti per come hanno gestito, da direttore l'uno, da editore l'altro, il Sole 24 ore. Il lavoro svolto finora, anche in vista della quotazione è tanto e di qualità. C'era stata qualche perplessità sulla valutazione della società quando l'operazione «Sole in Borsa» era partita. Poi, anche l'acquisizione da parte di Rupert Murdoch del Wall Street Journal aveva prodotto grande fiducia.

Ora, però, dopo la crisi da «subprime» arrivano i mal di pancia dei mercati, con qualche problema specifico per i titoli editoriali, e sorge qualche preoccupazione pure in viale della Astronomia. Prima comunicazione garantisce che si procederà comunque.

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