È quasi un horror la storia vera di un esorcismo in Germania

Salvatore Trapani

da Berlino

Potrebbe essere un horror Requiem, il film in concorso del tedesco Hans-Christian Schmid, su un caso di esorcismo in Germania accaduto negli anni Settanta, ma è una storia vera. Michaela vive in Baviera. Va tutti i giorni a pregare, perché venga accettata a Tubinga in pedagogia. Per grazia ricevuta, ma ostacolata dalla madre - che ricorda con angoscia le sue strane crisi epilettiche nell’infanzia - inizia gli studi. È cresciuta in un ambiente oppressivo e bigotto, ma Dio è stato il suo rifugio nelle sofferenze.
Di ritorno da un pellegrinaggio in Italia, i genitori le regalano un rosario, ma ogni volta che lo maneggia ecco i tremori e le crisi; accompagnate da voci che la ingiuriano. Frattanto conosce un giovane di cui si invaghisce, ricambiata.

Ma gli attacchi sono sempre più violenti, viene lasciata, e i medici davanti a un caso inspiegabile di alterazione della personalità consigliano l'esorcismo. Michaela muore... Schmid dice: «Sia lo spettatore a interpretare la vicenda: perché non si è mai saputo se fosse una vera possessione o una grave turba».

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