Quei "buonisti" che sognano Spiderman con la pelle nera

Ma perché Spiderman dovrebbe avere un omologo di colore? Salviamo la fantasia dai deliri del politicamente corretto. Critiche pure a Pippi Calzelunghe

Quei "buonisti" che sognano  Spiderman con la pelle nera

Non ci resta che Rin Tin Tin. Il valoroso cane soldato, almeno finora, sembra restare fuori dalla caccia alle streghe che sta abbattendo i grandi miti della nostra fantasia. Il revisionismo dei politicamente corretti ha tutta l'intenzione di riscrivere storia e valori della nostra infanzia, dimostrando con una brutale ristrutturazione critica quanto dannosi fossero per la nostra crescita tollerante e democratica.
L'ultima a finire nel mirino è quella fanatica razzista di Pippi Calzelunghe. Una teologa tedesca, Eske Wollrad, non ha avvertito il minimo imbarazzo nel denunciarla pubblicamente. Così come viene dipinta nel libro della scrittrice svedese Astrid Lindgren, del 1945, «Pippi esprime una chiara visione razzista del mondo». Il suo crimine più efferato? «È la stessa Pippi a spiegare la propria predisposizione verso le bugie con il soggiorno in Africa».
In giro ci sono altri pervertiti ideologici che per troppi anni hanno plagiato le nostre ignare fantasie, abusando dell'infantile candore. Nelle ultime settimane, come i media di tutto il mondo hanno riportato, è finalmente arrivato il turno anche di Tintin, che sembrava godere di un grande ritorno grazie al film di Spielberg. È bastato riproporlo nei cinema per riesumare subito anche la feroce crociata del cittadino congolese Mbutu Dieudonné, che ha presentato denuncia penale al tribunale di Bruxelles contro il losco personaggio. In un racconto del 1930, Tintin dimostra chiaramente tutto il suo becero razzismo, dipingendo gli africani come rozzi e arretrati. La richiesta è precisa: o si ritira il libro dagli scaffali, oppure va riscritto in modo corretto. In ogni caso, il tribunale della storia deve chiamarlo a rispondere delle sue farneticanti teorie.
Ammettiamolo: a noi bambini di una certa età questo clima mette malinconia. Ciascuno ha viaggiato con le emozioni dietro ai propri supereroi, in epoche che ancora non potevano offrire un Supermario a capo dei governi. Potevano essere persino miti bislacchi, come quello dell'impiastro Paperino, che non ne azzeccava una e doveva pure sorbirsi tre nipoti insopportabili come Qui, Quo e Qua. Scoprire dopo, tanto tempo dopo, che quei nostri compagni di viaggio erano portatori sani di virus criminogeni non può farci piacere. Già anni fa l'intero mondo disneyano, popolato di facce e di storie indimenticabili, è finito davanti alla sua Norimberga, neanche a dirlo con l'accusa di razzismo: sì, razzista il vecchio Walt, razzista Topolino e razzista tutta la compagnia di giro, compresa Nonna Papera che non ha mai fatto una torta per un povero bimbo africano, la zozza.
Sembra partita una missione catartica: bisogna abbattere i falsi eroi che ci hanno ridotti così. I cartoon devono divulgare valori positivi. In America, tempo fa, si sono chiesti: abbiamo un presidente di colore, perché non dotarci anche di un Uomo Ragno della stessa tinta? Sulle ceneri di quello che abbiamo conosciuto noi, ecco ripresentarsi sui gionaletti il successore, metà nero e metà ispanico, eroe della società multietnica. Tutto un altro eroe. Ma non finisce qui. Il revisionismo sta scartabellando l'intera nostra cultura infantile, rivoltandola come un calzino. Non si salva nemmeno il più favoloso capolavoro che immaginazione umana abbia mai partorito, per bambini da 0 a 99 anni, sì, il «Signore degli anelli»: da tempo la cultura di sinistra sta cercando di spiegare che è un libro di destra, perché i nemici più subdoli e meschini sono immancabilmente di colore scuro.
A noi che siamo cresciuti poi nella colpa di ascoltare pure Battisti, la cosa non impressiona molto. Ci siamo abituati a leggere e ascoltare porcherie razziste e antidemocratiche, facendoci traviare senza opporre resistenza. Siamo considerati irrecuperabili. L'importante, adesso, è preservare almeno le nuove generazioni. Che cosa poi debbano leggere o ascoltare, questo non è così chiaro: io li vedo continuamente in adorazione di mostri spaziali che combattono a orario continuato, e chissà se questo è politicamente corretto.
So per certo comunque che c'è un sacco di bella gente, annidata nelle nostre care collezioni di fumetti, con le ore contate. Tex Willer è il primo della lista. Heidi, con questa sua mania della civiltà montanara, è di chiara ispirazione leghista e non può durare a lungo. Rischia l'Ape Maya.

Una collega sensibile è in forte apprensione pure per i tre porcellini: sostiene che si accaniscono contro il lupo, animale protetto e in via di estinzione. Non possono durare a lungo.
Tira una brutta aria per tutti. La furia iconoclasta dei benpensanti è implacabile. Come tanti anni fa, a me sembra di sognare. Ma in un altro modo.

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