Quei pirati in bici che girano l'Italia per liberare la Schiava

Ci sono molti modi per promuovere un vino. Andrea Moser e Gerhard Sanin non hanno scelto certo il più banale. Per far conoscere la Schiava, l'uva vanto dello splendido lago di Caldaro, in Alto Adige, hanno deciso di attraversare l'Italia in bicicletta. Anzi in tandem. Del resto i due, oltre a essere enologi di due delle aziende più rinomate dell'area (il primo della cantina Kaltern, il secondo di Erste+Neue sono appassionati ciclo amatori. E quindi hanno unito l'utile al dilettevole. E l'alcol alla ciclabile. I due si sono dati un'immagine fintamente truce, auto definendoli «pirati del Kalterersee» ma combattono per cause come l'ecologia, il divertimento, la scoperta, la leggerezza. La partenza è prevista domani da Caldaro, l'arrivo salvo imprevisti undici giorni dopo a Capri. In mezzo oltre mille chilometri divisi come ogni percorso ciclistico che si rispetti in tappe (Rovereto, Lazise, Reggio Emilia, Fanano, Firenze, Siena, Pienza, Viterbo, Roma, Terracina, Napoli) ritmate da cantine, ristoranti, locande, aziende vinicole e agricole, che si gemelleranno idealmente con la Vernatsch, nome ladino della Schiava. Ogni tappa sarà un'occasione di incontro con i gourmet locali, per conoscere la Schiava e accompagnarla ai prodotti tipici della sede di tappa. Una sorta di fiesta mobile in nome del vino italiano, del gusto, della bellezza, della gioia di vivere. Il viaggio di Andrea e Gerhard sarà ampiamente documentato in rete. Due fotografi e videomaker seguiranno i pirati a due ruote e metteranno ogni giorno un resoconto della tappa su Facebook, YouTube, Instagram. La Schiava è un vitigno ingiustamente sottovalutato nel panorama enologico italiano.

Gode di molti appassionati, ma per lo più nel mercato locale. Strano destino per il vitigno piú rappresentativo di una regione che invece conosce da anni grande gloria enologica con il Gewürztraminer, il Cabernet Sauvignon, il Sauvignon Blanc, il Pinot Bianco.

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