La doccia? Non prima delle 2 di notte. La lavatrice? Da riprogrammare dopo il lavaggio completo. Sbotta e ne ha ben donde il geometra Paolo Pietro Bertella, che vive a Sestri Levante, zona centro, e non è più un ragazzino. Apre il rubinetto e giù goccia a goccia. Mano a conca che non ti passa più e stillicidio da sofferenza idrica. Breve indagine per capire e «la stessa situazione si verifica ai piani 3°, 4°, 5°, 6° e 7° dei fabbricati dell'intero quartiere ed è resa ancor più inspiegabile viste le abbondanti risorse idriche del nostro comprensorio». Pochissima acqua dai rubinetti di giorno e getto vigoroso la notte. Motivo? «La portata minima dell'erogazione dell'acqua potabile che nelle ore di punta viene quasi a cessare». Ironie a latere, la faccenda «goccia» da tempo, tant'è che Bertella già nel novembre 2007 firma un esposto ad Ato e Società dell'Acqua Potabile, responsabile della gestione sestrina: «Non esiste giustificazione per una situazione che sta peggiorando in maniera esponenziale - arringa Bertella - né d'altro canto alcun referente si fa carico di adottare misure idonee ad ovviare all'inconveniente. Anzi mi dicono che forse è il calcare la causa di tutto, ma non regge perché l'acqua di notte c'è eccome». Della serie «Pago fior di bolletta per un servizio garantito e cosa ti consiglia qualche tecnico della Sap? L'installazione di un'autoclave». L'Ato risponde a febbraio: la ristrutturazione dell'acquedotto sarà oggetto d'intervento nel programma lavori per il quinquennio 2008-2012.
Di seguito l'elenco degli interventi in calendario per l'anno in corso tra cui la realizzazione del nuovo serbatoio. Che è poi, secondo Gian Paolo Abbate, direttore di Sap, il nocciolo della questione: «Il problema per questi edifici esiste dal 1923 - precisa Abbate -. Questa parte di Sestri è collegata al serbatoio piazzato in Penisola a 29 metri sul livello del mare. A condizionare la pressione di rete non è la pompa, ma la posizione del serbatoio che porta meno acqua in quelle case al di sopra dei 26 metri». Abbate assicura trattative in corso per la realizzazione del nuovo serbatoio che «risolverebbe il problema, mentre quello della Penisola servirebbe solo gli edifici di lì». Bertella scuote la testa: «Dal 1923? Non scherziamo, io l'acqua l'ho sempre avuta. Piuttosto, la conduttura idrica è fatta di tubi in eternit. Quindi, aumentando la pressione è inevitabile il rischio di rotture e Sap opta per il male minore, ossia diminuire la pressione nell'erogazione». In effetti Abbate chiosa: «Per uno che si lamenta mica possiamo paralizzare una città. Aspettiamo il serbatoio». Bertella non ci sta, che «qualcosa avrà bene inciso il significativo incremento edilizio, senza contare che qualcuno, per ovviare alla scarsità d'acqua s'è installato illegalmente in casa autoclavi prive di serbatoio d'accumulo». Bertella lo ha segnalato a Sap che ci ha provato a smascherare i fedifraghi, ma con ben scarsi risultati. L'acqua continua a gocciare e la doccia resta fissata per le 2. Bertella insiste mettendo a parte del disagio l'assessore ai lavori pubblici Giorgio Calabrò, che liquida il geometra «senza santi in paradiso» confermando «la normalità» della situazione idrica del quartiere.
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