Questa sì che fa ridere: il flop dei cinepanettoni è colpa di Berlusconi

L’ultima di Repubblica: se non si ride più come una volta è perché il Cav si è fatto da parte. Invece...

Questa sì che fa ridere:  il flop dei cinepanettoni  è colpa di Berlusconi

Che barba con gli esegeti del cinepanettonismo. Vacanze di Natale a Cortina ha fatto (mezzo) flop e tutti giù a spiegare il perché e il per come di un (mezzo) disastro. Con supremo sprezzo del ridicolo c'è chi sostiene che «l'Italia dei ricchi ha smesso di farci ridere sullo schermo». Roba, questa sì, da sbellicarsi. Lasciando bollire e sbollire nel loro brodo i filosofi della domenica, c'è da annotare, innanzitutto, che non sono soltanto De Sica e allegra compagnia vacanziera ad averci lasciato le penne al botteghino natalizio. Basta dare un'occhiata agli incassi complessivi, senza necessariamente avere una laurea in sociologia applicata. Anche il sorprendente capoclassifica, Sherlock Holmes - Gioco d'ombre, è in netto, inesorabile calo rispetto al leader invernale del 2010, guarda caso Natale in Sudafrica, che a sua volta aveva incassato molto meno del Natale a Beverly Hills del 2009. E la storia si ripete andando a ritroso: con il cinepanettone nuovo di zecca a rimpiangere puntualmente i risultati del precedente. E se fosse che il pubblico va meno al cinema, perfino i giorni tradizionalmente consacrati, perché ha meno soldi in tasca? Sempre colpa di Berlusconi, certo, ma potrebbe essere una spiegazione plausibile. Meno regali dunque, meno ristoranti e anche meno film.
Altro giro e altra ipotesi. Lo zoccolo duro del pubblico cinematografico è formato da giovani e giovanissimi, quelli che si stravaccano in sala coi popcorn tenendo le scarpe ben in vista in cima alla poltrona davanti. Per questi vocianti spettatori il sessantunenne Christian De Sica è troppo vecchio, non fa più parte del loro (limitato) mondo, per tacere della Ferilli, che per un teenager è praticamente coetanea della Lollo o della Loren. Tanto è vero che la meglio gioventù cinematografara i biglietti quest'anno li ha comprati in massa per I soliti idioti o per Checco Zalone, ariguarda caso, comici sotto i trentacinque anni, oltre che nati da una costola della tv. Chi ha visto nel (semi)crollo dei cinepanettoni uno schiaffo al becerume e alla volgarità, i rampanti modelli cinetelevisivi proprio non li conosce. Zalone non si esprime certo in dolce stil novo e lo sguaiato Mandelli de I soliti idioti usa il «vaf» e affini come puro intercalare. C'è anche chi formula un'altra congettura. De Sica non fa più ridere perché si è improvvisamente affinato. In effetti Vacanze di Natale a Cortina sembra una commedia di Monicelli o Risi, non per qualità, beninteso, pur con tutto il rispetto per Neri Parenti e gli sceneggiatori di lunghissimo e onorato corso Enrico e Carlo Vanzina. Ma per perentoria riduzione delle parolacce e drastica abolizione di peti e rutti. Così i ragazzotti che prima sghignazzavano in coro ad ogni rumore di dubbia (si fa per dire) provenienza, ora non hanno più modo di esaltarsi ai giochi di parole e ai quiproquo, perfino troppo eleganti per chi è avvezzo a scompisciarsi in maniera decisamente naif.
Il passaparola nelle discoteche ha fatto il resto: ragazzi, state a casa, perché non si ride mai. Bugia: si ride molto di più, ma nell'encomiabile assenza di pierinate. In una stagione povera, in tutti i sensi, anche il ritrovato Woody Allen del magnifico Midnight in Paris si è dovuto accontentare delle briciole. Peggio ancora è andata al raffinato francese The Artist: figurarsi una commedia muta e in bianco e nero. Con l'aggravante, imperdonabile, dell'intelligenza. Se ne riparlerà a fine 2012, quando Natale a Shanghai lotterà gomito a gomito con Twilight 17 o Il figlio del gatto con gli stivali. Comunque aspettiamo a dar per (cinematograficamente) defunti gli alfieri del cinepanettonismo. Christian De Sica ha sette vite: il pubblico prenatalizio non è il suo e soltanto a Befana definitivamente sparita tirerà le somme.

E c'è da giurare che ancora una volta si prenderà la maglia rosa. Una maglia magari un po' scolorita e con qualche rattoppo. Ma sempre rosa. Anche Sherlock Holmes dovrà togliersi il berrettino di lana scozzese e ammettere: «Elementare Watson, Christian è sempre Christian».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica