Se non vuoi farti riconoscere subito come un turista poco preparato, nell'ordinazione devi parlare la stessa «lingua» del barista triestino. Vuoi un normale espresso? Non dirgli «caffè» che si irrita un pochetto, ma chiedigli un Nero. Ma ricordati di farlo solo a Trieste e provincia. Già se vai a Grado o a Udine e ordini un Nero, ti serviranno un calice di vino. Che alle 17 ci può anche stare, ma alle 8 del mattino.... E ancora:
Nero in B - espresso in bicchierino di vetro
Gocciato o Gocia - un espresso con una goccia di schiuma di latte al centro
Macchiato- un espresso accompagnato da un piccolo bricco di latte freddo
Deca un espresso decaffeinato in tazzina
Capo - un espresso macchiato servito in una tazzina
Capo in B un espresso macchiato servito in un bicchiere di vetro
Capo in B tanta - come il Capo in B, con l'aggiunta di abbondante schiuma
Caffellatte - più simile al cappuccino «italiano».
Poiché a Trieste il caffè è storia, la città ha visto giusto nel dedicargli un museo (in via San Nicolò 7) ideato e curato da Gianni Pistrini, grande appassionato ed assaggiatore ufficiale della profumata miscela.
Gli oggetti esposti provengono prevalentemente da donazioni private: tazzine appartenute agli storici caffè triestini, tostacaffè, macchinette di ogni foggia per le diverse preparazioni, crivelli, aghi per sacchi, sonde per il prelievo di campioni... Il cimelio più prezio è una tessera annonaria, datata 1917, scritta in lingua tedesca, italiana, croata e slovena.PPel
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