GenovaUn porticciolo contemporaneamente servito da un aeroporto commerciale, dalla ferrovia e dallautostrada, darsene a misura di megayacht (oltre 125 metri), e un complesso vivo e frizzante 365 giorni lanno, studiato per coccolare non solo gli armatori ma anche i loro equipaggi. Sono questi i punti di forza della nuova Marina Genova Aeroporto che, pur attiva parzialmente dal 2007, è oggi giunta alla sua piena operatività.
Ai 500 posti barca, di cui ben 100 per la grande nautica da diporto, si è infatti ora aggiunto il Borgo residenziale (investimento da 150 milioni di euro) che, con 213 appartamenti e una quarantina di negozi, fa dellarea un villaggio marinaro in piena città, in grado di coniugare assistenza tecnica di alto livello, atmosfera da vacanza e massima comodità negli spostamenti.
«È questo lunico marina nel Mediterraneo ad avere tali caratteristiche - spiega Giuseppe Pappalardo, amministratore delegato della società di gestione - Infatti ci distingue una valenza logistica fortissima, tanto più se si considera che Genova è posta nel triangolo doro della nautica tra Portofino, Porto Cervo e Saint Tropez, e se si pensa che nel capoluogo ligure cè una riconosciuta eccellenza nelle riparazioni anche per le imbarcazioni più grandi».
Quella che propone al diportista Marina Genova Aeroporto mira insomma ad essere unofferta a tutto tondo: in un contesto gradevole, dove abiteranno presto oltre 600 persone, è un unico gestore a garantire tutti i servizi, come in un grande albergo a cielo aperto. Chi per esempio non riesce a seguire la propria barca in modo costante e rischia di lasciarla sola senza manutenzione e senza neanche una spolverata per settimane, può scegliere la soluzione «Marinaio a bordo»: pagando un minimo di 150 euro al mese, una persona manterrà scafo e interni sempre impeccabili e pronti alluso. Allo stesso modo, se cè qualche guasto da riparare, sarà la struttura a farsi interfaccia con i tecnici incaricati.
«Volevamo un servizio che risultasse di qualità per i megayacht - puntualizza Pappalardo - e così, tarandoci sul grande, siamo riusciti a tagliare per tutti unofferta a dimensione armatoriale».
Per fare un altro esempio, con il progetto «We love crew» gli equipaggi che vivono stabilmente sui giganti del mare, fermi per molti mesi quando non impegnati in attività di charter, non vengono lasciati soli, ma anzi sono agevolati con corsi di vario genere, assistenza a terra e supporto logistico anche in connessione con la realtà cittadina. Per le barche non abitate, invece, cè la possibilità di aderire al programma «Armatori per una notte» attraverso il quale le cabine vengono affittate agli ospiti del piccolo hotel a 4 stelle del marina, garantendo alla proprietà la rendita derivante. La risposta della clientela a questa ampia gamma di offerte sembra essere buona, garantisce lad, che snocciola con soddisfazione i primi dati: da quando la struttura è a regime si è registrato quasi il 100% costante di presenze nella struttura alberghiera principale, il 70% degli appartamenti del Borgo è già stato venduto, il 90% dei posti barca risulta occupato con un 60% di armatori proprietari e un 40% in affitto, e poco sembra aver pesato la crisi economica.
«Gli yacht ormai ci sono e da qualche parte la gente li deve pur mettere», filosofeggia Pappalardo.
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