Un quindicenne londinese sbaraglia i Soloni della City

Lo studio di uno stagista presso la «Stanley Morgan», sulle abitudini dei coetanei in fatto di media, ha riscosso molto più successo delle analisi dei «guru». E la società di investimento è stata sommersa da e-mail e telefonate di manager e gestori di fondi «caduti dal pero»

La verità si nasconde soltanto a chi non ha occhi per vedere, orecchie per ascoltare, mani per toccare. Come, per esempio, i vecchi allampanati soloni della City londinese: dediti alla droga della borsa, in piena nevrosi da target, annebbiati dai mille trucchi della finanza globale, rischiano di perdere - spesso hanno già perduto - qualsiasi contatto con la realtà. Spesso talmente semplice da poter essere descritta molto meglio da innocenti osservazioni di una mente fresca e non «inquinata».
La verità, lo si sapeva fin dall'antichità, porta i calzoni corti. Come quelli di Matthew Robson, quindicenne studente e stagista, cui la banca di investimenti Morgan Stanley ha affidato un compito che sembrava il classico palliativo per tenerlo impegnato e non più tra i piedi a disturbare. "Ci descrivi le abitudini degli adolescenti nei confronti dei media?", hanno chiesto i Soloni dell'economia globale al timido giovanotto. Il quale ha svolto il compito assegnatogli con solerte, «benedetta» semplicità.
Diretto e conciso, Robson ha spiegato, per esempio, che di «Twitter» il servizio di microblogging accessibile anche dai telefonini, gli adolescenti non si curano più di tanto: «Una volta capito che nessuno segue i loro profili si sono resi conto che lasciarvi i messaggi è inutile». Matthew ha fatto inoltre presente che investire sulla pubblicità non è un buon affare, visto che i ragazzi la saltano a pie' pari. E che, soprattutto, i consumatori del domani utilizzano sì sempre più media sul web, ma non hanno nessuna intenzione di pagarne i servizi. Robson ha anche confermato ciò che è abbastanza risaputo: nessun adolescente legge regolarmente i giornali cartacei, semplicemente perché «non vogliono perdere tempo a sfogliare pagine su pagine quando possono andare tranquillamente online o fare zapping tra i canali tv per titoli e sintesi».
Ne è venuta fuori una relazione così brillante - come poche compilate da navigati analisti -, da convincere la Morgan Stanley a pubblicarla: «Una delle analisi più chiari e stimolanti che abbiamo mai visto», ha raccontato il rappresentante della società d'investimento, Edward Hill-Wood, al quotidiano «Financial Times».
Il successo è stato strepitoso: lo studio, nonostante non pretendesse di basarsi su rigore statistico, ha «generato circa cinque volte le reazioni rispetto ai soliti rapporti del nostro team: decine e decine di gestori di fondi e vari manager d'azienda, ma anche amministratori delegati ci hanno inviato e-mail e telefonato per tutto il giorno». Lasciando i guru della Morgan talmente di stucco, da reagire, anche stavolta, un po' fuori dall'ordinario.


Ne hanno così fatto addirittura un «caso» da segnalare alla stampa, quando forse si era trattato della semplice dimostrazione di quanto sia ormai "nevrotico" e autoreferenziale il loro modo di guardare la realtà. Ancora una volta dimenticando che per i buoni affari basta un pizzico di buon senso. E persino un ragazzino sveglio può spiegare loro come funziona il mondo.

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