Raggiunta l'intesa che limita i poteri degli «sparamulte»

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Omar Sherif H. Rida

Si allontana definitivamente il nuovo pericolo «sparamulte», sempre che sia mai esistito. Come preannunciato sabato scorso, il tavolo tecnico di ieri mattina cui hanno partecipato il direttore dell’ufficio comunale extradipartimentale della Protezione civile, Patrizia Cologgi, e i sindacati di categoria, sembra aver fugato gli ultimi dubbi: gli uomini della Protezione civile non potranno andare in giro a fare multe a piacimento (diventando di fatto l’ennesimo corpo parallelo), ma avranno poteri di polizia stradale, in situazioni di emergenza, fino all’arrivo della polizia municipale.
Una conferma che arriva anche dalla lettura dell’articolo 3 della versione del regolamento approvata ieri: «Gli operatori comunali della Protezione civile quali organi di polizia stradale - i famosi «Opcops» -, entro i limiti delle proprie attribuzioni e sino all’intervento della polizia locale, provvedono alla sicurezza stradale connessa ad attività di protezione civile; L’ambito territoriale delle attività è quello del comune di Roma». L’esame degli ultimi 13 articoli ha sciolto anche i restanti nodi, compreso quello di un’uniforme ad hoc per questi operatori: un’ipotesi che è stata accantonata, come dimostra la cancellazione dell’originario articolo 16 che disciplinava quest’aspetto.
«Il nostro giudizio non può che essere positivo - conferma il responsabile capitolino della polizia municipale della Cisl, Giancarlo Cosentino -. Contrariamente a quanto successo nelle recenti vertenze che hanno riguardato la polizia municipale, in quest’occasione l’amministrazione ha messo sul tavolo il problema e le organizzazioni sindacali hanno offerto un contributo fattivo. Quello che va sottolineato è come il regolamento contribuisca a far chiarezza rispetto al passato, laddove si specifica che sarà la Protezione civile di Roma l’unica ad avere il coordinamento delle operazioni nei casi di emergenza, fino all’arrivo della polizia locale». Sui tempi e i modi dell’approvazione definitiva in giunta Cosentino non si sbilancia: «Credo che ormai se ne parli a settembre, dati i tempi ormai strettissimi prima della pausa estiva. E comunque non ci sono timori di possibili cambiamenti: quello che arriverà in giunta è un regolamento frutto di un accordo condiviso tra l’amministrazione e i sindacati». Qualche neo comunque rimane, «tra cui quello della carenza di organico - spiega il rappresentante Cisl -, che andrebbe incrementato per quantità è qualità della formazione». Tra i requisiti previsti per diventare «Opcops» ci sono il possesso della licenza di scuola media superiore, l’essere dipendenti comunali a tempo indeterminato o l’avere almeno tre anni di servizio presso il Comune. Il regolamento prevede inoltre corsi di formazione professionale con esame di idoneità finale.
Sulla vicenda sembra ammorbidirsi anche la posizione dell’Ospol. «Il Comune ha recepito le nostre iniziali perplessità - commenta il presidente Luigi Marucci -, anche se su alcuni punti non è ancora stata fatta chiarezza. Penso ad esempio alla definizione esatta di quelle che sarebbero le situazioni di emergenza. Ora attendiamo il passaggio in giunta: qualora dovessimo ravvisare delle illegittimità siamo pronti ad impugnare la delibera davanti al Tar, analogamente a quanto fatto per quelle sulle cosiddette “guardie verdi” e sugli “operatori comunali della mobilità”».

Un atteggiamento piuttosto chiaro quello dell’Ospol: «La nostra politica è sempre la stessa - conclude Marucci -: difesa delle prerogative della polizia municipale e opposizione all’istituzione di corpi paralleli. Se l’accordo raggiunto va in questa direzione non ci opporremo, ma in caso contrario non faremo sconti».

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