Scoppia, sul lungomare di Rapallo, una forte, anche se costruttiva, polemica. Mentre il grande jazzista Guitar Crusher lancia nel cielo le note malinconiche delle sue canzoni, lo scontro (si fa per dire) avviene tra Gino Camisa, albergatore di antica data e il vicesindaco Roberto Di Antonio.
Gino Camisa, persona dabbene, che conosce tutti i più segreti problemi degli albergatori e dei commercianti, tenta di spiegare al vicesindaco quanto segue: «Ma è possibile che dal 2 luglio al 4 settembre tutte le manifestazioni, diciamo ludiche, debbano essere presentate sul palco al centro della passeggiata, proprio davanti al mio albergo?».
Il problema è che gli ospiti del «Miramare», con le finestre affacciate proprio difronte al palco, naturalmente dopo una certa ora vengono disturbate, sono persone anche anziane che «vengono a riposare a Rapallo».
E allora, ecco il tema di fondo: possibile che Rapallo non abbia altre «location» per certi spettacoli che sono certamente interessanti, lo stesso Camisa ama il jazz e se fosse per lui starebbe ore ad ascoltare gli artisti scritturati. Ma ritiene di essere uno dei pochi danneggiati da queste scelte. Il vicesindaco Di Antonio, anche lui persona dabbene, cerca di capire, si sa che i politici debbono mediare fra le varie esigenze, commercianti, bar, albergatori, traffico, passeggiate interrotte. Insomma, mille problemi che per la verità non sono mai stati risolti da trentanni a questa parte. E Di Antonio spiega a Camisa: «Stiamo proprio in questi mesi cercando di trovare altre soluzioni, abbiamo Villa Tigullio restaurata, abbiamo il Porticciolo, dunque ci rendiamo conto di certe situazioni disagiate». Ecco: il dialogo è molto civile, ma Gino Camisa si sente onestamente, molto penalizzato. Un 20 per cento della sua clientela si è persa proprio per questo rumore ed anche per altri inconvenienti: «Per esempio - dice, ma senza polemiche - laver chiuso la passeggiata dalle quattro del pomeriggio, con difficoltà di posteggi infiniti. Davvero sono molto preoccupato, capisco che la città deve muoversi, ha bisogno di rilanci e diniziative, ma una più attenta pianificazione dovrebbe essere attuata».
Ci sembra però che anche Di Antonio sia di questavviso: «Daltra parte - sorride - io sono qui da poco e mi rendo conto che oggi la città può estendersi anche in altre aree».
In verità, oltre cinquanta serate tutte davanti al, per altro splendido albergo «Miramare», sembrano davvero eccessive. Una specie di ossessione. Ecco.
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