Stupore, sdegno e tanta, tantissima rabbia. Anche stavolta, dinnanzi all’ennesimo stupro avvenuto in città dall’inizio dell’anno - quello subito da una studentessa universitaria 21enne, rapinata e abusata lunedì sera da un nordafricano all’Isola, in un parcheggio all’angolo tra via Borsieri e via Pepe - uno dei primi a esternare tutto il proprio disprezzo è stato naturalmente il vice sindaco Riccardo De Corato. Del resto si tratta del quarantatreesimo episodio da inizio anno. E in 37 casi, ovvero l’86 per cento del totale, l’autore è un nordafricano. Una realtà impossibile da sottovalutare o minimizzare.
«Non appena verrà acciuffato questo delinquente - ha precisato il vice sindaco - il Comune chiederà di costituirsi parte civile». Ciò significa che Palazzo Marino appoggerà la battaglia a fianco delle vittime nelle aule di giustizia, una posizione che «ha portato già a cinque sentenze di condanna e a diversi risarcimenti all’Amministrazione, impegnata con notevoli risorse in difesa delle donne».
Basti pensare agli investimenti nella videosorveglianza: 1.070 telecamere, 120 colonnine Sos, il piano di potenziamento dell’illuminazione, sei edizioni dei corsi di autodifesa «Cintura Rosa» cui hanno aderito 1.364 partecipanti.
«E senza contare - ha aggiunto De Corato - dei fondi stanziati alle diverse associazioni, come il Centro vittime di violenze e reati, sostenuto dall’assessorato alla Sicurezza, che fornisce gratuitamente un supporto psicotraumatologico e legale».
«Solo 20 giorni fa - ha concluso il vicesindaco - un egiziano, poi arrestato, ha rischiato il linciaggio dopo aver violentato un’italiana fuori da un bar di Ripa di Porta Ticinese. Fortunatamente a Milano questi reati sono in calo del 17 per cento, segno di un maggiore controllo del territorio da parte di polizia, carabinieri e vigili urbani. E nove autori di stupri su dieci, come ha voluto sottolineare puntualmente anche il prefetto Gian Valerio Lombardi, vengono individuati».
Intanto all’Isola la gente non riesce a credere quel che è accaduto. Il quartiere, in espansione demografica per le ristrutturazioni che negli ultimi quindici anni hanno riqualificato notevolmente la zona rendendola più gradevole - con le abitazioni di ringhiera più appetibili (e naturalmente più care) - è abitata da molti professionisti. Padri e madri di famiglia che da tempo chiedono una maggiore illuminazione nelle zone cosiddette un po’ in ombra che ancora costeggiano la centrale via Borsieri o l’ampia piazza Minniti, proprio per evitare che si creino ricettacoli di criminalità magari vicino a qualche buona osteria o a qualche locale.
«Una studentessa non può aver timore di venire a studiare a Milano perché, dopo le 10 di sera, potrebbe essere violentata per strada...Ci parlano tanto dell’integrazione straniera nella nostra società, ma come facciamo a credere in quella che, a causa di questi fattacci, si rivela sempre più un’utopia?» esclama stizzito e incredulo un ristoratore titolare di un noto locale di via Borsieri.
«La gente viene all’Isola a farsi i capelli da Coppola (in via Borsieri c’è uno dei negozi milanesi del notissimo parrucchiere e stylist Aldo Coppola, ndr), viene al jazz club “blue Note“, frequentato fino a tarda notte e metà di alcuni tra i più grandi artisti musicali del mondo» esclama Franca Venizzi, 80 anni, residente in zona con la famiglia da oltre 4 generazioni.
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