Reagisce ai ladri Massacrato nella sua villa

Alessia Marani

da Roma

Alla fine anche il tranquillo paradiso dei vip a due passi da Roma è stato squarciato dal terrore dell’incubo delle rapine in villa. Un raid, quello di lunedì sera alle 23 nella villetta a due piani di un bancario toscano e della moglie biologa a Sabaudia, finito nel sangue. In tre, col volto coperto, armati di pistole, scavalcano la recinzione dell’abitazione in località Bella Farnia, al confine con Latina, si presentano alla porta, immobilizzano la donna che urla e attira l’attenzione del marito che è già sopra, in camera da letto, pronto, dopo aver visto un film, a infilarsi il pigiama. L’uomo afferra al volo dal comò una sorta di «spadino» portato come souvenir dall’India e fa per scendere, ma due dei tre balordi imboccano le scale e gli si parano davanti. Nasce una colluttazione, partono dei colpi calibro 9x21, tre dei quali colpiscono Danilo Catani, 52 anni - questo il nome della vittima - al torace e a un braccio. Il poveretto s’accascia a terra, esanime. Sulle pareti restano conficcati altri proiettili. Secondo gli esperti della Scientifica ne sarebbero stati esplosi dai 5 ai 7. Una raffica.
Il commando lascia la villa, si dilegua nel buio inforcando il dedalo di stradine che portano alla Litoranea o al Parco nazionale del Circeo. In auto o a piedi non si sa. La moglie di Catani, Anna Maria Massarelli, è sconvolta quando parla ai primi carabinieri accorsi sul posto. Dice che i tre non avevano un accento particolare. Che sono italiani. «La signora ancora è sotto choc - dicono gli inquirenti -, s’è vista uccidere il marito sotto gli occhi e lei stessa è stata colpita con un pugno in viso. Stiamo ricostruendo man mano la dinamica dell’accaduto, ricomponendo insieme il puzzle dei suoi ricordi frammentari e confusi. Tutte le piste per noi restano buone». Alcuni elementi sono poco chiari. Come il fatto che Anna Maria possa avere aperto il portone di casa ai tre che avrebbero bussato alla porta e non che questi siano entrati da una portafinestra lasciata aperta, come sostenuto inizialmente. Eppure, già un paio di settimane prima i coniugi avevano subito il furto di una preziosa collezione d’orologi antichi. I ladri, allora, vennero messi in fuga dalle urla della coppia svegliatasi per il trambusto. Non erano arrivati alla cassaforte al piano superiore. Forse lunedì sono tornati per completare il lavoro? Da casa Catani, comunque, non è sparito nulla. Pure le chiavi della cassetta sono al loro posto. Così come la pistola regolarmente custodita da Danilo in un armadietto. I carabinieri di Latina indagano sulla vita privata dei coniugi, funzionario dell’ufficio pagamenti tasse e imposte nell’agenzia principale del Monte dei Paschi di Siena a Latina lui, addetta al controllo e qualità della farmaceutica Bristol a Sermoneta lei.

Danilo e Anna Maria si erano trasferiti da Chianciano 25 anni fa nel quartiere di villini e seconde case del lido pontino. Non avevano figli e adoravano viaggiare. «Proprio quest’estate - racconta Ernesto Cece, un vicino di casa - dovevamo andare insieme in Nepal e in Namibia. Due persone riservate e per bene».

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