Quando si parla di welfare aziendale si tende spesso a interpretare questa opportunità come un'alternativa a quanto lo Stato riesce a garantire (e a sostenere). In Veneto, da oltre un anno, è partito uno dei primi progetti che sfruttano proprio quanto previsto dal Jobs act. E che ha messo allo stesso tavolo la Fondazione Marzotto, i sindacati Fisascat Vicenza e Veneto insieme alla Confcommercio di Vicenza, per sottoscrivere un patto sulla condivisione dei giorni di riposo e delle ferie.
In virtù di questo accordo i dipendenti della Fondazione, con sede a Valdagno (Vicenza), possono donare ore e/o giornate di riposo ai colleghi che ne hanno bisogno per assistere figli minori che necessitano di cure costanti, ma anche familiari disabili o gravemente malati, oppure anziani non autosufficienti. Un traguardo raggiunto dopo aver pagato un prezzo «umano» alto, dal momento che il patto impresa-sindacati-lavoratori è stato sancito dopo un tragico evento che ha colpito una lavoratrice della Fondazione. Presto le ore donate (o messe in «conto ferie») hanno sfondato quota 1.000. Ha commosso tutti e superato i confini della regione la storia, nel giugno scorso, della donna che ha ricevuto in dono dai colleghi 11 mesi di ferie solidali per poter accudire la nipotina rimasta gravemente ferita in un incidente stradale in cui ha perso la mamma. L'accordo siglato pochi mesi prima ha permesso quindi di accendere una luce in fondo al tunnel di un dramma familiare che ha sconvolto tutti sul posto di lavoro.
Lo scambio delle ferie solidali ha fatto da apripista ed è stata presa a modello per altre realtà sul territorio nazionale.
Questo accordo - come rivendica la Fondazione Marzotto - si distingue per essere non un'iniziativa estemporanea tra un singolo lavoratore in difficoltà e l'azienda, ma è il frutto positivo della contrattazione sindacale.
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