Reggio Calabria - La bomba fatta esplodere davanti alla Procura generale di Reggio Calabria sarebbe il frutto di una "decisione condivisa" da buona parte delle cosche più importanti della ’ndrangheta. È questa una delle ipotesi, secondo quanto si apprende, su cui si starebbero concentrando inquirenti ed investigatori che stanno indagando per accertare la matrice dell’attentato compiuto all’alba di ieri. Dagli elementi emersi finora e dall’analisi delle ultime operazioni di polizia che hanno colpito duramente le organizzazioni, non sarebbe comunque ancora stato possibile inquadrare al momento a quale cosca appartengano gli affiliati che hanno materialmente piazzato la bomba. Quel che sembra però emergere con certezza dalle analisi degli esperti, è che una decisione di questo tipo - con il duplice obiettivo di alzare il livello di scontro e di mandare un messaggio chiaro a magistrati ed investigatori - sia stata, sottolineano fonti investigative, "condivisa" dai vertici di diverse ’Ndrine. Sia di quelle direttamente coinvolte nei procedimenti d’appello, sia di quelle che sono state duramente colpite dai sequestri e dalle confische, sia, infine, da quelle che non sono direttamente interessate dalle indagini della procura di Reggio Calabria ma che sarebbero state contattate per avallare il progetto.
Ripresa targa attentatori È stata ripresa dalle telecamere a circuito chiuso e sarebbe distinguibile, secondo quanto si è appreso, la targa dello scooter utilizzato dalle due persone che ieri mattina hanno compiuto l’attentato contro il portone d’ingresso della procura di Reggio Calabria. Gli investigatori stanno facendo le verifiche sulla targa dello scooter per identificare il proprietario del mezzo e accertare se sia stato rubato.
Indagini Dalle immagini, invece, può venire un contributo solo parziale riguardo l’accertamento dell’identità dei due attentatori, che indossavano entrambi caschi da motociclista. Si stanno valutando, comunque, le loro caratteristiche corporali per metterle a raffronto con quelle di persone schedate dagli investigatori come affiliate alla ’ndrangheta.
I carabinieri del Reparto operativo di Reggio Calabria stanno svolgendo gli atti urgenti e ne trasmetteranno i risultati alla Dda di Reggio Calabria. Dopo la loro valutazione si deciderà quando trasmettere il fascicolo alla procura antimafia di Catanzaro, competente sui procedimenti riguardanti i magistrati del Distretto di Corte d’appello di Reggio Calabria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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