Reporter Day, ora la scelta: "Cerchiamo la scintilla"

Dopo aver esaminato tutti i 150 candidati, le quattro commissioni si riuniscono per decretare i due vincitori

Reporter Day, ora la scelta: "Cerchiamo la scintilla"

L'ansia che aumenta durante l'attesa, la paura di non farcela, ma soprattutto tanta passione e speranza per il futuro. Sono i sentimenti che hanno prevalso tra i finalisti del Reporter Day, l'iniziativa lanciata da Gli Occhi della Guerra e IlGiornale.it per scovare nuovi talenti.

Quattro commissioni, ognuna formata da un giornalista, un fotoreporter e un videomaker, hanno esaminato 150 aspiranti reporter che, dopo una prima selezione, sono stati scelti tra le oltre 600 candidature inviate nei mesi scorsi. Divisi in due gruppi, uno la mattina e l'altro il pomeriggio, i finalisti hanno atteso pazientemente che arrivasse il loro turno. Se da una parte l'organizzazione ha aiutato a velocizzare la procedura, dall'altra valutare un'idea richiede tempo e concentrazione. Perchè se è difficile trovare dei criteri per giudicare un mestiere come quello del giornalista, ancora più complicato è mettere d'accordo dodici professionisti con una lunga carriera alle spalle. Ma alla fine di una intensa giornata di colloqui, le commissioni si riuniranno per decretare due vincitori che avranno la possibilità di realizzare il loro reportage.

I criteri utilizzati dalle commissioni

Le regole per diventare un reporter non possono essere messe nero su bianco, non sono universali né scientificamente provate. Ma le commissioni hanno le idee chiare. "Valutiamo il progetto presentato e i lavori già realizzati nel passato - ha spiegato il fotografo Marco Gualazzini - ma soprattutto cerchiamo la scintilla. Quella fiamma negli occhi che ci faccia capire che abbiamo davanti una persona tagliata per questo lavoro". Stupito dei finalisti selezionati è Fausto Biloslavo, giornalista e inviato di guerra, che si è concentrato sulla differenza e le similitudini tra i reporter di ieri e quelli di oggi. "Ciò che cambia è il supporto con cui vengono realizzati i progetti - ha raccontato tra un colloquio e l'altro - Questi ragazzi non guardano più alla carta stampata, che comunque non morirà, ma da soli sono in grado di trovare storie, raccontarle, filmarle e infine montare un servizio con il loro computer. Cambiano i mezzi ma il mestiere è sempre quello. Serve curiosità e passione. Svanita la voglia di fare questo mestiere è il momento di smettere".

Negli occhi dei finalisti in attesa la passione c'è e si vede. Tutti con una storia da raccontare, con l'entusiasmo della prima volta, con il timore di non essere all'altezza. Alla fine solo due saranno i progetti vincitori del Reporter Day, ma non sarà di certo un "no" a fermare le ambizioni di chi sente dentro il fuoco sacro del giornalismo.

In ogni caso, sarà stata una bella esperienza per tutti. Per scoprire chi salirà sul gradino più alto del podio bisognerà però aspettare domani. Appuntamento alle 16 alla fabbrica del Vapore di via Procaccini, a Milano, per la cerimonia di chiusura.

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