Resa di Sala: "Impossibile accogliere altri minori"

Il sindaco di Milano: "Non sono contrario ai rimpatri e servono accordi con i Paesi d'origine. Che oggi non ci sono"

Resa di Sala: "Impossibile accogliere altri minori"
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Siamo al completo. Sull'accoglienza, a Milano, l'ideologia infine ha dovuto lasciare spazio ai fatti. È lì, adesso che convergono tutti da destra a sinistra, anzi viceversa, sterzando su posizioni con meno slogan e più sinergie.

E ieri è lì che è arrivato anche il sindaco Sala. Per i rimpatri dei migranti che non hanno diritto all'accoglienza «devono esserci accordi con altri Paesi che oggi non ci sono. Non mi sono mai dichiarato contrario ai rimpatri quando motivati», ha commentato riguardo all'ipotesi del Governo di aumentare il numero dei «Cpr» acronimo che sta per Centri Permanenti di Rimpatrio dove vengono trattenuti i cittadini stranieri che non hanno diritto a restare nel nostro paese, in attesa di essere espulsi. Ed ha spiegato: «Rimane il fatto che, se la storia recente qualcosa insegna, il numero dei rimpatri che si possono fare è molto limitato perché se non hai accordi reciprocità con i paesi di partenza non li puoi fare. Non penso che sia questa la via e molti sindaci lo stanno sottolineando. Va bene tutto, ma alla base ci devono essere accordi con gli altri paesi che oggi non ci sono». Chi non può stare non deve neanche arrivare. È una sorta di «abbiamo già dato» che aveva già espresso chiaramente il giorno prima anche il governatore della Lombardia, Attilio Fontana: «Riceviamo un numero di stranieri tra i quali il 70% non ha diritto di rimanere, evidentemente non dovrebbero nemmeno partire. I numeri delle persone accolte in questa regione è superiore a quella di tutte le altre, con conseguenti difficoltà a livello sociale e di gestione». I numeri in Lombardia sono sempre da prima della classe. Basti pensare che gli stranieri regolari residenti sono quasi un milione e duecentomila. Ma c'è anche quello storico dato che oscilla fra l'8 e il 10 per cento di (stabili) irregolari. Quindi «Bisogna che l'Europa inizi a prendere in mano la situazione e ad assumersi le proprie responsabilità. Ascolteremo le richieste ma ora siamo già al completo», ha detto Fontana..

Ed è un «abbiamo già dato» che il sindaco, a sua volta, ha tradotto ieri anche in numeri. Quelli che riguardano i minori non accompagnati, tanti troppi e di sempre più difficile gestione. «In questo momento, in Italia ci sono 21mila minori non accompagnati e circa il 7 per cento sono a Milano - ha detto - Abbiamo posti molto limitati: a fronte di 1.300 minori non accompagnati ufficialmente, ma 1.500 probabilmente, abbiamo una capacità di accoglienza residua pari al massimo a 400». Il problema dell'accoglienza e dell'integrazione dei rifugiati è «un tema epocale su cui confrontarsi e la verità è che non siamo pronti». E chiede. «Gli amministratori locali non possono essere lasciati soli perchè non si inventa dall'oggi al domani un'accoglienza adeguata e ci vogliono delle risorse adeguate che oggettivamente non abbiamo». Per Sala «la legge parla chiaro: la responsabilità è del Governo. Non vogliamo drammatizzare ma vogliamo sottolineare l'urgenza della questione perché non è temporanea ma è destinata a durare». Eppure. «È stato il primo artefice di tutti questi arrivi di rifugiati e dell'emergenza immigrazione in città con le marce nel marzo 2017 e con i pranzi al Parco Sempione.

E ora pretende che lo Stato risolva i problemi da lui causati», punta il dito il deputato di Fratelli d'Italia Riccardo De Corato definendo Sala «un sindaco solo chiacchiere e distintivo». Se per De Corato invece i Cpr «potrebbero essere una buona soluzione «perché lì verrebbero trattenuti per 18 mesi tutti gli irregolari che adesso si trovano nelle nostre strade».

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