Roma - Mentre in casa democrat si dibatte se il Pd sia «in piedi» (dice Bersani); «fermo» (dice Veltroni); «a schiena dritta» ma con «salute precaria» (dice Fassina, che non è Fassino ma è sempre del Pd) o pronto al «suicidio» se si mette a linciare l’ennesimo segretario (dice Letta, che del segretario è il vice e dunque sulla linea di tiro), alla sua sinistra ci si accapiglia.
L’ex pm Luigi De Magistris, europarlamentare di Idv e ansioso di scavalcare Tonino Di Pietro ritagliandosi un ruolo da leader pure lui, si è alzato ieri mattina con un’idea brillante, comunicata via Il Fatto quotidiano: creare una nuova confederazione della sinistra e degli antiberlusconiani duri e puri, da Nichi Vendola a Beppe Grillo all’Idv al popolo viola. «Dobbiamo unire le forze del cambiamento - incalza - e semplificare l’offerta del centrosinistra perché lo vogliono i nostri elettori». Il suo vaste programme, rassicura De Magistris, non prevede lo scioglimento immediato del partito di Di Pietro: «L’Idv deve essere la guida di questo processo di semplificazione». E lui - ma questo l’accorto ex pm non lo dice esplicitamente - dovrebbe essere la guida del partito guida e il maieuta della futuribile Federazione.
Vendola nemmeno si cura di rispondergli, mentre il «vaffa» di Grillo parte quasi subito: «De Magistris dice che vuol fare passi per unire i movimenti? I passi se li faccia da solo». Il comico genovese, incontenibile dopo la sbornia elettorale, le suona all’ex pm: gli rinfaccia di essere stato eletto «come indipendente» e «con i voti dei blog», e poi di aver preso la tessera di Idv; di stare più «in televisione» che «a Bruxelles» a fare il suo lavoro; di parlare «a nome del Movimento 5 Stelle senza averne l’autorità»; di avere come «punto di riferimento» un popolo viola che esiste grazie alle «manifestazioni sovvenzionate dai partiti». Un po’ di grillini però si ribellano al leader, e sul blog contestano la randellata a De Magistris: «Beppe, l’ha fatta fuori dal vaso», scrive Stefano.
Al malcapitato De Magistris tocca difendersi: «Mai ho avuto intenzione di parlare a nome del Movimento Cinque Stelle», giura, «ho solo indicato una strada di dialogo». Quanto al suo (scarso, secondo Grillo) lavoro da europarlamentare, l’ex pm assicura: «Sto lavorando al massimo in rispetto del mandato ricevuto da 500mila cittadini». L’unica soddisfazione a De Magistris la dà il desaparecido Pdci, che per bocca di Orazio Licandro trova «interessante» la proposta. Intanto però anche l’«amico» Tonino gli rifila una soave perfidia: interpellato telefonicamente dal giornalista di Apcom, Di Pietro finge di cadere dalle nuvole: la proposta De Magistris? Mai sentita nominare: «Non ne so nulla, sono in campagna e sto curando i carciofi». Che sono più interessanti, lascia intendere.
Del resto Di Pietro ha mire assai più ambiziose del suo collega di partito: altro che gruppetti extraparlamentari di sinistra, lui si occupa di dare la linea al Pd, che (spiega alla Padania, ribadendo il neonato feeling con la Lega) è solo un insieme di «cacicchi e califfati», e deve essere «ricostruito tutto». E, minaccia il leader Idv, «noi non intendiamo stare più a guardare, lavoreremo per assumere un ruolo fondamentale in questa coalizione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.