L' ultimo rifugiato accolto dalle braccia di Laura Boldrini non fugge da guerre, carestie, jihadisti. Non è sbarcato a Lampedusa e non è stato respinto a Ventimiglia. È un migrante giunto dal Medioriente con la famiglia a tre anni, al quale le peregrinazioni non hanno impedito di frequentare i salotti che contano. E che vanta una sicura militanza e una strenua lotta (continua) nella sinistra.
Gad Eitan Lerner alla bell'età di 60 anni ha ottenuto asilo sotto l'ala protettrice di Sua Maestrina. Respinto da giornali ed editori, ridotto a esprimersi in occasionali comparsate televisive e su un blog che ha battezzato «del Bastardo», il giornalista nato a Beirut da una benestante famiglia ebraica è da tempo consulente di colei che, storpiando il cognome dell'acida governante di Heidi, il perfido Dagospia ha soprannominato Boldrinmeier. La presidentessa della Camera dei deputati è stufa di essere presa a insulti e desidera capire come farsi voler bene dai sudditi. Ci aveva provato, invano, già l'anno scorso. Aveva messo gli occhi sullo snobissimo castello medievale di Titignano in Umbria, regione priva di sbocchi al mare e quindi irraggiungibile dai barconi (ma non dagli odiati giornalisti), e lì per tre giorni aveva riunito lo staff assieme a tre esperti di provata militanza gauchiste : uno psicanalista « à la page » collaboratore di Repubblica , Massimo Recalcati, un'ex sottosegretaria dalemiana di ferro (Elena Montecchi), e per l'appunto Lerner.
Quest'anno ha ripetuto l'esperienza, ma dei tre guru è rimasto soltanto il simpaticone affiancato dalla giornalista e scrittrice Loredana Lipperini (altra firma di Repubblica ) e da Lorella Zanardo, attivista della lista Tsipras. Nuova anche la location , la bella e grande villa dei Boldrini a Mergo (Ancona), paese della famiglia. Gad è ormai una presenza frequente al fianco della terza carica dello Stato: l'ultima volta alla stazione Centrale di Milano in visita ai profughi prima di recarsi all'Expo. In quell'occasione Lerner spiegò che «l'Italia è affetta da scabbia mentale fascioleghista» e invitò la berlusconiana Gelmini a mettersi «una pomata al cervello».
Boldrini e Lerner sono anime gemelle. Due bacchettoni con un'altissima considerazione di se stessi, refrattari al sorriso, impermeabili all'autoironia e amanti del potere. Gad ha sempre puntato ai vertici, abbandonando via via gli eccessi extraparlamentari per accomodarsi nei circoli che contano. Nel 1976, a 22 anni, stava già a Lotta Continua e in breve ne divenne vicedirettore, ma la parabola al quotidiano extraparlamentare si chiuse dopo tre anni. Girovagò tra varie redazioni rigorosamente di sinistra, dal Lavoro di Genova a Radio Popolare , dal manifesto fino all' Espresso di cui divenne un inviato di punta.
Negli anni '90, quando la gloriosa macchina da guerra della sinistra aveva in pugno il servizio pubblico, Lerner sbarcò sulla Raitre di Angelo Guglielmi con due programmi, Profondo Nord e Milano, Italia , che presero di mira le novità politiche di allora: Lega Nord e Forza Italia. Nel 1993 era alla Stampa come vicedirettore di Ezio Mauro fino al 1996, anno in cui salì sull'elicottero di Gianni Agnelli per un'intervista celeste che, nei suoi sogni, doveva proiettarlo nell'empireo. Invece quando Mauro andò a dirigere Repubblica l'Avvocato pescò Carlo Rossella come responsabile del foglio di Casa Agnelli. Lerner dovette annegare la delusione spostandosi a Corriere della Sera e Repubblica come editorialista, e poi di nuovo alla Rai con Pinocchio .
Gad viaggiava sulla quarantina ed era pieno di speranze, ambizioni e amicizie giuste che lo facevano cadere in piedi. Romano Prodi non perdeva occasione per invitarlo alle feste di famiglia e fargli presentare le convention dell'Ulivo. La grande occasione arrivò nel 2000, appena insediato l'ultimo governo del quinquennio prodian-ulivista. Il rapporto con il Professore fu suggellato con la nomina di Lerner alla guida del Tg1 . L'avventura durò appena tre mesi: un grave infortunio redazionale (nel tg delle 20 furono trasmesse immagini scabrose sulla pedofilia) lo costrinse alle dimissioni. Astutamente nel discorso di addio Lerner denunciò le pressioni ricevute da un deputato di An per fare assumere in Rai una precaria. Mossa abile: nessuno parlò più della pedopornografia all'ora di Carosello ma soltanto della spintarella.
A 46 anni Gad si avviava già sul viale del tramonto. Si era giocato Stampa , Corriere , Repubblica e Rai. Però non era ancora stato in quel campione d'ascolti di TeleMonteCarlo. Fu così che nel 2001 l'emittente del Principato assunse l'ex sessantottino militante di Lotta continua nella fase di trasformazione in La7. Lerner fu l'ultimo direttore di TmcNews e il primo del TgLa7 . Con Giuliano Ferrara s'inventò la trasmissione Otto e mezzo e per dieci anni, fino all'addio a La7 nel 2012, condusse L'infedele . Un programma fazioso ed esageratamente polemico, condannato ad alzare il volume per restare in palinsesto.
Lerner doveva creare il terzo polo tv tra Rai e Mediaset e voleva imporsi come l'anti-Santoro. Gli andò ancora male. Gli restavano un parterre di amicizie influenti e un contratto di collaborazione alla Repubblica : con l'editore Carlo De Benedetti poteva vantare una lunga amicizia testimoniata dalle fotografie sullo yacht dell'Ingegnere. Gad pensava bastassero per surfare sulla crisi e continuare a coltivare le sue passioni: produrre barbera e frequentare salotti.
Errore. Lerner non ha avuto il benservito, come capita a centinaia di altri colleghi obbligati alla pensione: semplicemente non gli è stato concesso un aumento. Leso nell'orgoglio, ha abbandonato Repubblica con «scelta meditata e sofferta» perché non poteva tollerare il fatto di «non vedersi riconoscere compensi adeguati alle prestazioni professionali».
Sembra la favoletta della volpe e l'uva. Ora è presidente del comitato editoriale di Laeffe, emittente del gruppo Feltrinelli che ha assorbito RepubblicaTv. Una vita da migrante, accolto da Laura Boldrini anche se non è fuggito dal Cara di Mineo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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