I Bagni Misteriosi furono progettati nel 1937 da Lorenzo Secchi. Chi li frequentava quando i decenni li avevano lasciati decadere nella gelida piscina Botta, trema ancora per l'acqua che rendeva il nuoto un'impresa eroica. Un'altra era. Oggi non solo tra l'ombra dei carpini, le sedute in legno e il bar chic ma inclusivo, si vivono (anche poche) ore serene, ma la piscina di 50 per 25 metri con la pedana mobile si trasforma di giorno in solarium e di sera in palcoscenico, mentre in vasca alcune corsie restano a disposizione degli atleti indefessi. C'è anche la piscina 25 per 25 metri.
Quando i Bagni chiudono, alla fine dell'estate, c'è un senso di mancanza, anche perché sono aperti dalle 10 alle 18.30 e in giorni normali come il martedì, mercoledì e giovedì fino alle dieci di sera, con aperitivo a piedi nudi dalle 19 ogni sera tranne il lunedì. Piace a tutti, tranne a coloro ai quali piace dire che non piace tutto ciò che piace agli altri, tanto più che i prezzi sono flessibili, dipendono dagli orari e dal tempo di permanenza (si parte da 10 euro).
Quest'anno il primo giorno di balneazione sarà venerdì 2 giugno. L'Arena dei Bagni Misteriosi ospiterà un concerto della Milanesiana il 10 giugno con Tiziano Scarpa e Frankie Hi-Nrg Hc alle 21; il 12 giugno sarà teatro del concerto conclusivo di One Ocean Week «Amare l'Oceano», con Alessio Boni, Lucia Mascino e Luciana Savignano, per la regia di Raphael Tobia Vogel.
Ma il piatto forte è una mini stagione dedicata ai classici greci, martedì 11 luglio alle 21 con l'«Iliade» di Omero del milanese Corrado D'Elia, con il raro pregio di essere gradita ai ragazzi che la studiano.
Martedì 18 luglio alle 21 tocca allo spettacolo «Con te, Afrodite, ho parlato in sogno», citazione da Saffo, con l'attrice Laura Marinoni che legge i «Lirici greci» di Roberto Mussapi, in una produzione realizzata dall'autore con la Marinoni. Spiega il poeta e scrittore, che ha accettato nel 2014 il suggerimento di Guido Rizzo di tradurre i «Lirici greci» con la stessa libertà di Quasimodo ma ovviamente con la propria sensibilità letteraria: «Mi disse: la sua è una lirica barbarica come quella dei greci. Le riuscirebbe bene». Mussapi si convinse e ne venne fuori per Ponte alle Grazie la sua opera «Lirici greci», da lui tradotti con l'introduzione di Giulio Guidorizzi e con la particolarità di aver introdotto parti liriche dai tragici Eschilo, Sofocle e Euripide. «A me i lirici piacciono tutti ma sono legato particolarmente a Saffo e a Erinna, giovane di cui sono rimaste due liriche strepitose in forma di dialogo con un'amica morta».
Lo spettacolo per Mussapi ha la sua parte forte nel "Prometeo incatenato": «Ma molto dipende dalla libertà interpretativa di Laura Marinoni, attrice drammatica capace di far diventare voci i versi, e dall'incontrarsi delle nostre sensibilità». Perché uno spettacolo e non una lettura? «La lirica greca nasceva recitata, non solo con Omero e i tragici: rispetto alle poesie italiane dello Stilnovo, leggendola sento già la voce per la voce. La lirica è il combustibile senza il quale non ci sarebbero neanche epica e tragedia. Ma bisogna lavorare molto bene, perché non si legge un'antologia, si fa uno spettacolo».
L'ambientazione ha un ruolo importante: «Quando leggo o vengo letto in spazi da 100 persone e con un pubblico motivato, è un'altra
cosa. Essere all'aperto è suggestivo, anche se è diverso da un teatro greco. La presenza dell'acqua crea una risonanza per l'attore che direi magica e anche la varietà del pubblico è attraente. Speriamo solo che non piova».
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