Riccardo Muti a Jerash. L'amicizia fra i popoli passa dalla grande musica

Il maestro in Giordania ha diretto musicisti italiani e giordani nella "Pompei d'Oriente"

Riccardo Muti a Jerash. L'amicizia fra i popoli passa dalla grande musica
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Fiocchi tra i capelli, pizzi e fru fru per le bimbe, le giovinette in fiore rimarcano i grandi occhi mediorientali, bellissime anche per quel fare discreto d'altri tempi. Le signore sfoggiano foulard colorati, finti Dior, finti Chanel, finte le borse, ma tutto - vero o taroccato - esprime il desiderio di onorare un momento speciale. Donne a destra, corridoio spartiacque in mezzo, uomini a sinistra, questa la platea di sabato per un momento musicale offerto dalle Vie dell'Amicizia del Ravenna Festival. Il campetto di calcio del campo profughi di Zaatari è stato infatti convertito in una sala da concerto, sul palco ci sono gli ottoni dell'Orchestra Cherubini in alternanza con l'ensemble di rifugiati siriani. Siamo in Giordania, a cinque chilometri dalla Siria, lo Stato da cui provengono gli 83mila esuli accolti a Zaatari, 23mila dei quali nati negli undici anni di esistenza di questa realtà cresciuta al punto da diventare una città con 2mila negozi, 32 scuole, ospedali: su uno sventola la bandiera italiana. Chi vi entra non lascia ogni speranza, sebbene i fatti non alimenterebbero tanto ottimismo, tutti aspirano a trasferirsi in Europa, Canada, USA e Australia. Questo il sogno, realizzato da pochissimi. La Siria è l'incubo. Tornare in patria? Neanche a parlarne, è la replica corale alla domanda sulle prospettive future.

In prima fila siede Riccardo Muti che l'indomani ha diretto la Cherubini e il Coro Cremona Antiqua nel teatro romano della Pompei del Medioriente: Jerash. Scorrono pagine di Gluck (II Atto dall'Orfeo ed Euridice), chiusura con il Canto del destino di Brahms, in mezzo brani locali interpretati - fra gli altri - da Mira Kassis, di Damasco però accasata a Genova. L'orchestra introduce l'aria dalla Norma di Bellini, Casta Diva, ma affiora il canto del muezzin che richiama alla preghiera. Muti sospende l'esecuzione, i melismi del muezzin sfumeranno negli arabeschi della preghiera della sacerdotessa Norma. E l'«amicizia» dei due mondi è fatta. Momento speciale che non si replicherà nel concerto di stasera, a Pompei.

Le vie dell'Amicizia, pellegrinaggi musicali dal 1997 capitanati da Muti, sono giunte tra le antichità romane ricordando un presente fatto di gente che fugge da conflitti e trova la salvezza in Giordania. Qui per dimostrare che «la musica dà la possibilità di sedersi l'uno accanto all'altro e raggiungere risultati di coesistenza e coesione culturale e spirituale», ha detto Muti a Zaatari. Tra i musicisti siriani c'è un ragazo che ha appreso l'arte del violino via Youtube, «Non aspiro a fare il musicista, però mi piace suonare». A cosa aspira? «Mi basta un visto per andarmene e costruire un futuro, è un'impresa difficile, però ci conto».

Anche la Giordania si augura di alleggerire i campi profughi disseminati sul proprio territorio, è il secondo Paese al mondo per presenza di rifugiati in rapporto alla popolazione ospitante. È sì il Paese di patrimoni dell'umanità, la culla di Jerash, di Petra, di kenyon mozzafiato e di regine icona di eleganza, Rania batte tutte le omologhe, di nozze principesche appena festeggiate. La Giordania è vitale nello scacchiere mediorientale, la dinastia che la regge - hashemita - assicura da sempre il dialogo sia con il mondo occidentale sia con quello arabo. Un stato cuscinetto, baluardo moderato all'instabilità mediorientale. «Siamo qui perché vogliamo onorare questo grande Paese, questo grande popolo per quello che sta facendo a livello umanitario per aiutare le persone che soffrono e che fuggono i conflitti. Spero che quello che state facendo, l'esempio che state dando, sarà sentito da molti altri Paesi nel mondo. Credo che la musica sia il migliore ponte fra Paesi per scegliere una strada che non sia quella della violenza che invece è percorsa in molte parti del mondo.

La musica non usa parole, la musica è un viaggio puramente spirituale, come Beethoven disse da cuore a cuore», ha detto Muti aprendo il concerto a Jerash alla presenza dei ministri del Turismo e della Cultura. Il Regno sta però attraversando una delle sue peggiori crisi economico-sociali. Le gigantografie della coppia reale e principesca, serene e felici, presenti ovunque basteranno?

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