
Sembrava una maledizione senza fine. «Avevamo rinnovato il locale e lo avevamo inaugurato il 14 febbraio 2016. Sei mesi dopo, il terremoto ci portava via tutto». Così, quando nel 2022 la stella Michelin ha illuminato il cielo di Isola San Biagio, un pugno di case nel cuore delle Marche, Enrico Mazzaroni (a sinistra in foto) si è riconciliato con gli astri e con il suo destino. «Avevo capito che il mio posto nel mondo era lì, in quella frazione con venti abitanti, e il premio ha riconosciuto la mia tenacia e quella dei miei collaboratori che non si sono arresi alle scosse, al Covid, allo spopolamento delle aree interne».
Mazzaroni, 55 anni, parla dal borgo che sulle cartine è un puntino invisibile, nel comune di Montemonaco e nella provincia di Ascoli Piceno, e però è diventato una meta per palati raffinati. «Dopo la catastrofe - spiega lo chef - mi ero trasferito sulla costa, a Porto Recanati, e però lì non mi trovavo. Ad un certo punto non ce l'ho fatta più e il 14 febbraio 2019 ho riaperto a Isola San Biagio, nel palazzo di fronte a quello in cui ero in precedenza». Esodo e controesodo, per una piccola, grande epopea. Sentimenti e ragione. Un ottimismo testardo come stella polare. «Poi è arrivato il Covid, ma ci siamo rialzati ancora. E oggi abbiamo raggiunto un punto di equilibrio». I piatti, in bilico fra tradizione e sperimentazione: uno per tutti? Cervello di gamberi rossi su cialde di Ostia. Le camere. Gli appartamenti. L'azienda agricola. Le pecore, le capre e le galline. Un lembo di riscatto in una terra piegata dalle disgrazie.
«Un giorno - si commuove Mazzaroni - un cliente è venuto a trovarmi e mi ha detto: Vede, la stella l'ha presa il Tiglio, ma è come se fosse stata data a tutti noi. Se ce l'ha fatta lei, possono farcela anche gli altri».
Il Tiglio ha aperto la strada. Gastronomia. Arte e storia in un ambiente incontaminato. Un turismo di qualità. Nel cratere, ripartito fra quattro regioni, si gioca la partita per riprogettare anche la dimensione dell'accoglienza che va rimodellata, come tutto il resto.
«Ci sono paesi meravigliosi ma quasi abbandonati - spiega al Giornale il Commissario straordinario per la ricostruzione Guido Castelli - noi cerchiamo con i fondi e le energie a disposizione di dare loro un futuro che sia in continuità con la loro storia».
Il turismo non può più essere quello, piatto e senza pretese, di trenta anni fa. Oggi le persone cercano esperienze, emozioni, conoscenza. Ristoranti come il Tiglio sono una calamita.
Poi ci sono progetti che paiono l'avanguardia di un domani in controtendenza, rispetto al declino sonnacchioso degli ultimi decenni. Ecco cosi un progetto come Living Gran Sasso, per attrarre visitatori in una delle aree più suggestive d'Italia. Oppure la follia del Ponte tibetano di Sellano, in provincia di Perugia. Il Ponte tibetano, nato un anno fa a pochi chilometri dal Parco nazionale dei Monti Sibillini, è il più alto d'Europa, 175 metri, ed è lungo 517 metri. «Noi - racconta il sindaco Attilio Gubbiotti (a destra in foto)- pensavamo ad un'opera in grado di richiamare i turisti. Alla fine è arrivata l'idea del ponte, realizzato sfruttando un finanziamento da 1,6 milioni. Oggi possiamo dire che la sfida è vinta, perché abbiamo registrato in dodici mesi centomila presenze». Un dato clamoroso se si pensa che si partiva da zero.
Non solo, intorno al Ponte sono già nate quattro attività, fra bar, gelaterie, B&B. Insomma, si affaccia una nuova generazione che sembrava essersi eclissata su qualche treno diretto verso l'Adriatico o le grandi città del Nord. «Vogliamo sfruttare le opportunità dopo tante traversie - prosegue Gubbiotti, 44 anni, piccolo imprenditore - e ci piacerebbe realizzare un grande parco avventura con pareti per l'arrampicata, zipline, giochi per i bambini e tanto altro che si integrerebbe alla perfezione con il Ponte. Un parco che nel centro Italia non esiste. Di sicuro chi finora era scettico ora si è convinto che questa sia la strada giusta».
Come sul Gran Sasso, in Abruzzo, al crocevia fra le province di Teramo, L'Aquila e Pescara. Qui si procede a ventaglio per offrire soluzioni adeguate a chi oggi arriva in questi paesaggi carichi di suggestioni.
Dalle aree pic-nic alle flotte di e-bike e ancora alle terrazze panoramiche, con vista sulle vette più alte dell'Appennino, alle passeggiate a piedi nei centri storici che aspettano solo di essere ammirati.Così paesi come Civitella del Tronto, Valle Castellana, Cortino, Montereale si rifanno il trucco e anche qualcosa in più. Con garbo, ma il Gran Sasso sgomita per ottenere l'attenzione che merita.(2. continua)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.