Rischiamo una crisi peggiore di questa

Il popolo greco si esprimerà a favore della conferma di rimanere all’interno dell’Unione monetaria europea? Se la Grecia uscirà, l’euro terrà comunque? Sono questi gli interrogativi che accompagnano mercati, operatori e, in generale, l’opinione pubblica in queste ore. Mi auguro che i cittadini greci si esprimano in modo deciso a favore della tenuta dell’euro come valuta nazionale. Tale auspicio non mi deriva da una personale simpatia per il popolo greco. Non è questo, infatti, un tema che può essere condizionato da simpatie o da elementi di natura relazionale.

La Grecia è stata per decenni assolutamente incapace di gestire con oculatezza ed efficienza la macchina dello Stato e di usare la finanza pubblica in modo corretto e orientato al futuro. E, quando questo è risultato evidente a tutti, non ha neanche operato tempestivamente, affinché la reale consistenza di fenomeni negativi emergesse in modo completo e trasparente, al fine di poter intervenire efficacemente e in maniera risolutiva. L’auspicio che la Grecia rimanga nell’euro nasce, invece, da una serie di punti che proverò a riassumere di seguito. Il fatto che un Paese possa decidere di uscire dal sistema monetario cui appartiene creerebbe un precedente. E creare un precedente può voler dire che, di qui a qualche mese, l’ondata potrebbe divenire sempre più forte, con altri Paesi più rilevanti. E con effetti ben più drammatici. Il ritorno alla dracma non sarebbe, inoltre, un problema solo per la Grecia, ma anche per altri Paesi, in primis Germania e Francia, che sono esposti in modo rilevante verso Atene sia sul fronte finanziario sia sul fronte commerciale. La tenuta della Grecia, infine, rappresenterebbe un segnale forte al mondo intero. Quello che non abbiamo ancora dimostrato è la capacità di essere coesi e uniti e di credere fortemente a questa Unione. Sempre che ci crediamo davvero e sappiamo dimostrarlo. Ma se ci crediamo, dobbiamo avere la capacità di integrare con azioni di sostegno reale le aree più deboli, che però diano, a loro volta, dimostrazione di volontà di recupero.

Non sottovalutiamo gli effetti che l’uscita della Grecia dall’euro potrebbero avere anche sull’Italia. Non siamo la Grecia. Lo sappiamo, lo abbiamo detto tante volte, è così. L’Italia, peraltro, non è esposta con la Grecia come altri. Ma l’uscita della Grecia dall’euro sarebbe comunque un forte elemento di rischio per l’Italia.

Sarebbe il segnale che l’euro, nel concreto, non tiene; che non siamo in grado di essere uniti e di avere politiche di bilancio ed economiche condivise. E se questo si verificasse, la crisi sarebbe ben più drammatica, non risparmiando nessuno. Tantomeno l’Italia e la sua capacità di tenuta.

Marco Giorgino è Ordinario di Finanza al Politecnico di Milano

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