Quanti sono i deputati al Parlamento tedesco? Nessuno può saperlo. O almeno nessuno può saperlo fino a quando non vengono di volta in volta terminati i complicati conteggi previsti dalla legge elettorale. La tendenza comunque è quella di un continuo aumento. In origine ne erano previsti 598, nell'ultima legislatura erano 709 e c'è chi teme che col prossimo voto possano sfiorare quota 900.
Il motivo di tanta variabilità è l'arzigogolato sistema elettorale. Ogni cittadino tedesco ha a disposizione due voti. Il primo serve per eleggere in forma diretta il deputato del singolo collegio. Qui la regola è semplice: vince chi prende più voti. Con la seconda scheda, invece, si votano le liste presentate dai partiti a livello di Land. In questo caso il sistema è proporzionale: ogni partito elegge un numero di candidati legato ai consensi ricevuti.
Se per ogni partito il numero dei candidati eletti in forma diretta e il numero dei candidati eletti nelle liste proporzionali coincide, non c'è bisogno di altri operazioni. Il problema è che, specie per la maggiore frammentazione del voto, questo accade sempre più di rado.
Cosa succede allora? Succede che i deputati eletti in forma diretta che risultano «in eccesso» vanno comunque in Parlamento. Per salvaguardare però il principio della proporzionalità nella rappresentanza, ogni partito ha diritto ad altri mandati «compensativi», che ricostituiscano l'equilibrio.
Per frenare l'elefantiasi del Bundestag una riforma già entrata in vigore prevede che i primi tre mandati in eccesso non vengano compensati, ma secondo gli esperti non basterà. Una riduzione dei collegi è prevista per le elezioni del 2025, mentre una commissione di parlamentari ed esperti di sistemi elettorali si riunirà nel corso della nuova legislatura per proporre altre riforme.
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