![Il ritorno di Simone Cristicchi: canto il dolore senza retorica](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/06/1738823772-9581280-large.jpg?_=1738823772)
Uomo di parole, ancor prima che di musica. Simone Cristicchi sceglie un monologo introduttivo e un atelier di un amico a Milano (lo stilista Antonio Marras, che firmerà tutti i suoi abiti a Sanremo) per raccontare il suo singolo atteso al prossimo Festival, Quando sarai piccola, che entra nella tracklist della riedizione dell'ultimo album del cantautore romano, Dalle tenebre alla luce, in uscita il 14 febbraio. Dal monologo, invece, affiorano parole in codice che, forse involontariamente o forse no, danno uno schizzo quasi pittorico di quale sarà il ruolo di Cristicchi al prossimo Festival, che è poi quello dei rapper assortiti e dell'autotune pensato «come uno strumento musicale». «Credo nel pesce fuor d'acqua, che è poi quello che si è evoluto», dice Cristicchi. E non è difficile immaginare il riccioluto poeta dei fragili («un'attenzione che ho sempre avuta, insieme a quella per gli anziani») indurci a pensare che nella gara sanremese lui sarà esattamente quel pesce fuor d'acqua. Tra gli altri pensieri del «Credo laico» usato come introduzione alla stampa c'è questo: «Meglio un anonimo per bene che un mediocre di successo», e per chi come noi non sempre vola alto il pensiero a qualche concorrente del Festival cui fischieranno le orecchie è un riflesso condizionato.
Si vola alto, invece, con il singolo che Cristicchi porta in gara, scritto dallo stesso artista insieme alla compagna Erika Mineo, in arte Amara: «Avevo nel cassetto Quando sarai piccola da cinque anni, lo scrissi durante la prima quarantena. Non lo inserii in questo album perché sentivo meritasse un momento speciale. Il momento è arrivato con Sanremo. È una canzone terapeutica: racconta il momento in cui noi figli diventiamo genitori dei nostri genitori, perché l'età o la malattia, come è successo con mia mamma Luciana, ci pone di fronte a questa responsabilità».
Nella serata delle cover, Simone Cristicchi interpreta con Amara La cura di Franco Battiato e, spiega: «La cura non è mai stata cantata in duetto al Festival, l'unica volta la cantò Battiato nel 2007, l'anno in cui io vinsi. Mi piace pensare che questo sia un segno del destino».
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