Rivoluzione a scuola: torna il 7 in condotta e l'educazione civica

Fra le misure varate dal governo anche l’esclusione dagli scrutini per bulli e vandali. L’anno inizierà più tardi, dopo gli esami di verifica. E ricompare il grembiule, ma a discrezione dei presidi

Rivoluzione a scuola: torna il 7  
in condotta e l'educazione civica

Roma - C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico. Nelle scuole Pascoli si studia ancora (i versi sono dell’Aquilone) e si è sempre studiato. Quello che nel tempo è sparito, un pezzo alla volta, è altro. A partire dal famigerato «sette in condotta», spauracchio per generazioni di studenti per essere sinonimo di grossi guai. Stessa sorte per gli esami di riparazione, l’incubo che ha affollato le notti estive di generazioni di scolari insufficienti in una o più materie negli scrutini di giugno. Ma anche di una disciplina in cui nessuno forse sarà mai stato rimandato come «l’Educazione civica», si erano perse le tracce. Una materia un po’ romantica che, nelle intenzioni, doveva servire ad insegnare ai più piccoli regole di convivenza e insieme a far conoscere i valori ispiratori della Carta costituzionale e quindi del Paese.

Nelle foto scolastiche di chi ha superato i trenta infine, oltre all’astuccio dei colori aperto sul tavolo, a spiccare era il grembiule, blu o nero per i maschi e bianco o azzurro per le femmine.
Ebbene, archiviato anche quello. Fino a ieri però.
Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato un disegno di legge presentato dal ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, che reintroduce nel sistema scolastico tutto questo. In realtà non proprio tutto nelle forme di una volta. L’uso del «grembiule» ad esempio, non sarà obbligatorio ma a discrezione dei presidi. Poi, non dovrebbe avere più la foggia vagamente «francescana» di quelli old fashion perché, spiega il ministro, «c’è la disponibilità di alcune case di moda a cimentarsi nella divisa scolastica». Un novità su cui anche il premier Berlusconi ha detto di essere favorevole dal momento che «è opportuno che i ragazzi possano differenziarsi per come si comportano, per il profitto nello studio, per come sono bravi» e non quindi per come si vestono.

Grossa novità del ddl è la reintroduzione del «voto» di condotta, un deterrente che permetta agli insegnanti di fronteggiare in qualche modo il numero crescente di episodi di bullismo e violenza nelle scuole. Quindi, il comportamento dello studente concorrerà alla valutazione complessiva e, a differenza di quanto accadeva finora, potrà determinare se insufficiente, la non ammissione all’anno successivo. Il provvedimento, che riguarderà tutti gli istituti secondari di primo e secondo grado, prevede anche la decurtazione fino a 5 crediti dello studente indisciplinato che deve essere ammesso all’esame di Stato. Lo stesso Berlusconi, ricordando che «ai miei tempi si andava dietro la lavagna», ha benedetto la misura come «un importante segnale» verso una «maggiore compostezza della popolazione scolastica». Un giro di vite che, ha ricordato il ministro dell’Istruzione «responsabilizza l’intero sistema scolastico» e riguarderà anche la modifica dello Statuto degli studenti. In arrivo quindi sanzioni proporzionali, che vanno dall’allontanamento temporaneo o per l’anno intero e fino all’esclusione dagli scrutini per chi commetta in classe reati come minacce, percosse, ingiurie, danneggiamenti o delitti a sfondo sessuale.

Novità anche sul fronte dei «debiti» formativi. Non ci sarà, chiarisce la Gelmini, una reintroduzione dei vecchi esami di riparazione. Resteranno invece i recuperi dei crediti («perché non vogliamo gravare sulle famiglie»), mentre verrà spostato in avanti l’inizio dell’anno scolastico «per consentire agli istituti di organizzarsi meglio» sottolinea il ministro. Alla ripresa, quindi, ci sarà una verifica che dovrà misurare i progressi dello studente.

Torna anche la vecchia «Educazione civica» sottoforma di «Cittadinanza e Costituzione» che prevede un ciclo di 33 ore annue di insegnamento e sarà oggetto di specifica valutazione.
Nasce infine la carta dello studente «Io studio», che consente l’accesso gratuito alle aree archeologiche, l’acquisto di biglietti ridotti per cinema e teatro e sconti su libri e trasporti pubblici.

Un plauso è giunto al ministro Gelmini dalle associazioni cattoliche e dal Movimento genitori.

E mentre l’Udc rivendica la primogenitura del ritorno alla valutazione della condotta, dal Pd, il senatore Rusconi approva ma ricorda che «per noi non è una novità». E chiude polemico: «Peccato che nei giorni di dibattito sui tagli contenuti nel ddl, la Gelmini non si sia fatta mai vedere».

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