Rocca: «La mia medaglia nelle ultime porte»

«La gente mi starà vicino anche se andasse male: una sconfitta non cancella la passione. L’importrante è non fermarsi a guardare il passato»

Maria Rosa Quario da Sestriere Con il nuovo look, capelli rasati a zero, e soprattutto con Tania e Giacomo al seguito, Giorgio Rocca ieri è tornato al Sestriere dopo due giorni di allenamento a Bielmonte e tre a Pila, qualità pura su piste non troppo ripide ma ben ghiacciate, molto simili a quella che domani si troverà sotto gli sci per la gara più attesa di questa Olimpiade, lo slalom maschile. Giorgio sta bene, ma non parla, per oggi non è nemmeno prevista la consueta conferenza della vigilia, mentre la sua annunciata presenza a una serata della Regione Lombardia e della Valtellina organizzata stasera a Casa Fisi è stata smentita dall’ufficio stampa di Rocca e dalla stessa federazione italiana. Rocca non parla, ma ieri sera Sky Sport 2 ha mandato in onda un’intervista, fatta da Carlo Vanzini in questi giorni di vigilia, in cui Giorgio appare assolutamente tranquillo e rilassato. È in palestra, pedala sulla cyclette e racconta le sue emozioni e le sue sensazioni olimpiche. «Ho capito cosa significa spirito olimpico durante la cerimonia di apertura, vedendo tanti atleti determinati ma allo stesso tempo felici di esserci. In attesa di entrare nello stadio ci si dava il cinque con tutti, italiani e stranieri, perché va bene gareggiare e provare a vincere, ma la cosa più importante è fare sport». Belle parole, chissà se gli torneranno in mente domani, alle 15, quando sarà dietro al cancelletto per la prima manche e lo speaker annuncerà «signori, alla partenza Giorgioooo Roccaaaa, Italiaaaa». «In allenamento ho già immaginato più volte il momento in cui il giudice di partenza mi darà il pista libera. So che all’annuncio del mio nome si alzerà un boato, ma subito dopo vorrei che ci fosse silenzio, per concentrarmi meglio. Nel finale poi il tifo salirà per forza, e credo sarà lì che si vincerà o perderà la gara».
Si rende conto della pressione che c’è sulle sue spalle? «Sì, ma non certo da adesso. Ho cominciato a capire alla cerimonia di apertura, dopo l’ovazione al nostro ingresso nello stadio, che la passione e le attese erano tantissime, ma voglio pensare che già partecipare a questa gara sia un obiettivo raggiunto e voglio vivere fino in fondo lo spirito olimpico fatto di lealtà e rispetto per gli avversari».
Quindi zero tensione perché l’importante sarà solo partecipare? «La tensione c’è, ma è bella, perché la gente mi dà calore e la possibilità di esprimermi al meglio. Sento che il pubblico è mio alleato, che mi starebbe vicino anche in caso di sconfitta e la passione non si cancella con una sconfitta. Io vorrei arrivare in fondo alla gara ed essere soddisfatto di quello che ho fatto, se avrò vinto o perso non conterà, e in ogni caso se avrò perso andrò a stringere la mano al vincitore».
Dopo cinque vittorie consecutive non le sembra quasi di ripartire da zero, come se non avesse fatto nulla finora? «In realtà non mi rendo ben conto di quello che ho fatto, ma in ogni caso ho voglia di guardare avanti, di migliorare, di fare di più, la vita continua, bisogna starle dietro, anche il mio staff mi stimola sempre a non voltarmi indietro, se vivi di ricordi fai più fatica a vincere».
Ma il suo staff le dice anche che ogni tanto farebbe bene a riposare, o no? «Faccio fatica a inserire la parola riposo nel mio vocabolario, ma sto capendo che staccare ogni tanto è importante tanto quanto lavorare. Io sono uno che ha fatto fatica ad arrivare in cima, per questo non smetterei mai di allenarmi».
Giorgio sembra davvero avere dentro di sé la tranquillità necessaria per affrontare al meglio il suo slalom, ed è giusto sia così, perché a sentire il suo allenatore, Claudio Ravetto, «la crisetta di fine gennaio-inizio febbraio è superata, sta sciando sempre meglio. A Pila ha fatto solo due prove simulando la gara ed è andato molto forte, voleva tornare su per farne un’altra ma gli ho detto basta. Era contento. Abbiamo preso i tempi, ovviamente, ed era molto veloce. La cosa che lo/ e ci tranquillizza è che in questi giorni ha sciato bene anche in gigante, la specialità che negli ultimi tempi è stata un po’ il termometro della sua forma: se va forte lì, va forte anche in slalom. Vorrei che in ogni caso non si scordasse il fatto che Giorgio ha già fatto una stagione grandiosa, mettendo un’ipoteca sulla sua prima coppa del mondo di specialità. È chiaro che l’obiettivo era anche la medaglia olimpica, ma se va bene, bene e se va male, bene lo stesso».
Le quote Snai danno Rocca oro a 2.80, argento a 3.50, bronzo a 5 e senza medaglie a 2.50. Oggi Giorgio ha in programma di fare allenamento fra i pali sulla pista del gigante alla conclusione della gara femminile e poi di sciare liberamente sulla pista dello slalom, leggermente più lunga di quella su cui si è disputata la gara della combinata.

I tracciatori designati (a estrazione) per lo slalom di domani sono l’austriaco e il croato, ma secondo Ravetto «non ci saranno sorprese, anzi parlandone con loro mi sembra di aver capito che non abbiano intenzione di inventarsi nulla di particolare, le porte-trabocchetto a un’Olimpiade non fanno comodo a nessuno».
Ma Rocca, quale colonna sonora vorrebbe per la sua gara di slalom? «Nessuna, non voglio arrivare dopo la musica».

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