Roma prova a «sfilare» la moda a Milano

Trasferire le sfilate da Milano a Roma: sogno o realtà? Il mondo della moda milanese sorride (ma non troppo) davanti all’articolo uscito lunedì sul mitico «Women’s wear daily», l’unico quotidiano al mondo specializzato in tendenze e griffe. «Lo splendore storico di Roma offre un migliore sfondo alle collezioni italiane dell’industriale Milano?», si chiede la testata secondo cui l’idea del trasferimento sta circolando in settori di alto livello dell’industria della moda. Sempre secondo Wwd le trattative avrebbero coinvolto alcuni marchi e elementi del governo e sarebbero imperniate sui vantaggi offerti da Roma come capitale culturale e polo dei trasporti. «Ci si sta pensando sul serio», ha detto al giornale una fonte dell’industria della moda che ha chiesto di restare anonima.
«Scipparci la moda e portarla a Roma? Ma non scherziamo! Chiunque capisca qualcosa di moda non può credere a una cosa come questa - ribatte il presidente della Camera della moda Mario Boselli - Milano è la sede delle principali case di moda e di tutte le riviste del settore, ha 850 show room, la Camera della moda organizza 9 eventi l’anno: le due principali collezioni donna e uomo, due pre-collezioni, la Milano design e due “Milano Moda show room“. Nessun altra città al mondo offre la metà di questi appuntamenti. Roma? Ha tre maestri: Fausto Sarli, Gattinoni e Balestra. Quando sfila l’alta moda invitano Lella Curiel e Lorenzo Riva. Inoltre ha qualche giovane promettente. È tutto».
Non la pensa così Claudia Buccellati, presidentessa dell’associazione «Via Montenapoleone», sguardo lucido e critico sul mondo commerciale. «Penso che negli ultimi anni Roma abbia imparato a vendersi molto bene ed è chiaro che sia solleticata, dopo aver creato dal nulla un festival del cinema che rischia di oscurare Venezia, dall’idea di rappresentare il made in Italy con le sfilate - spiega. E avendo malridotto Malpensa è chiaro che l’interesse sulla città del pubblico straniero sia diminuito fortemente. Naturalmente parlo di quello degli high spender customers (i clienti di alto livello che possono destinare grosse somme di denaro per griffe e beni di lusso, ndr) non certo dei saccopelisti. Nei posti dove questi clienti vogliono arrivare con i loro autisti, Milano pensa di fare isole pedonali...».
Laura Biagiotti, stilista romana che da sempre sfila a Milano, sostiene invece Boselli. «Milano ha un ruolo preciso nel prêt-à-porter commerciale, Roma ha l’alta moda e i giovani emergenti, Firenze le grandi fiere - specifica -.

Di questo trasferimento se ne parla sin da quando ero bambina, ma non credo rientri nelle prospettive future della moda. Gli americani? Con tutti i loro problemi non hanno altro da rimuginare? Mi sembra di sentire Susy Menkez...».
Lapidario Alviero Martini: «Impensabile. Talmente sorprendente che non merita commenti».

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